Tempesta su Fiaccavento di S. 1.

Tempesta su Fiaccavento Tempesta su Fiaccavento Andreatta bastona ilfunzionario «Solo personali le sue valutazioni» ROMA. Si litiga nei ministeri, prò o contro la stangata-bis. Non era «autorizzato» il segretario generale della Programmazione, Corrado Fiaccavento, quando venerdì mattina affermava che probabilmente la manovra economica aggiuntiva non si farà. Un richiamo sferzante e conciso si è abbattuto ieri su di lui. Il ministro del Bilancio Nino Andreatta, da cui il segretariato della Programmazione dipende, non è per niente d'accordo e precisa che le dichiarazioni di Fiaccavento «non sono state concordate» e «non sono state autorizzate». Il dissenso che covava viene alla luce. Andreatta sogna di poter fare come il suo collega inglese, il Cancelliere dello Scacchiere, che per tradizione riesce a mantenere fino all'ultimo minuto un rigoroso silenzio sui documenti di bilancio, e li porta infine lui stesso alla Camera dei Comuni in una logora valigetta rossa, sempre la stessa. Ma in Italia, anche quando si riesce a non anticipare nulla, occorre difendersi dalle voci incontrollate, che magari rischiano di agitare i mercati finanziari, o smentire le incaute anticipazioni altrui. Fiaccavento, 56 anni, professore di economia internazionale, è stato per lunghi anni l'esperto economico di fiducia del psdi; ha sempre teso a una visione relativamente ottimistica. Dal 1979 al 1984 ha guidato l'Efim, lo sgangherato ente del¬ le partecipazioni statali oggi in liquidazione; è stato nominato all'attuale carica nel 1985, dal ministro psdi Pierluigi Romita. In tempi recenti alcuni lo definivano più vicino al psi; nell'agosto scorso, quando Amato ha sfoltito e riordinato i vertici degli enti a partecipazione statale, è stato scelto come consigliere di amministrazione dell'Ili. L'ottimismo di Fiaccavento venerdì si fondava sull'ultima versione dei conti dello Stato, secondo la quale si «sfonderebbe» di circa 15.000 miliardi, non di 18-20.000. Ma anche così, fanno notare altri esperti ministeriali, gli impegni presi davanti alla Cee richiederebbeo una manovra aggiuntiva di 10*ì 2.000 miliardi. Stando a quanto trapela, Andreatta propende per farla, il ministro delle Finanze Franco Reviglio è incerto, il ministro del Tesoro Piero Barucci preferirebbe rinviare. Ieri si è pronunciato apertamente contro la manovra-bis uno dei sottosegretari alle Finanze, il liberale Stefano de Luca, dicendo che con nuovi aumenti delle tasse si rischierebbe «una rivolta fiscale dagli esiti imprevedibili». La decisione (fare subito la manovra; annunciarla per maggio; rinviarla magari con addomesticamenti delle cifre; non farla rinunciando al prestito Cee) dovrà prenderla nella settimana entrante il presidente del Consiglio Giuliano Amato. [s. 1.]

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