In mezzo all'incubo yankee contro zombi di Alessandra Levantesi

Bel concerto dell'Unione Musicale PRIME CINEMA «L'armata delle tenebre» di Sam Raimi In mezzo all'incubo yankee contro zombi LA trovata più carina di «L'armata delle tenebre», terzo capitolo della serie «La casa», è la rapidità con cui il regista Sam Raimi catapulta il suo eroe nel bel mezzo dell'incubo. Ci sono un cottage isolato, un libro dei morti (il Necronomicon) rilegato in pelle umana, un lui e una lei ignari, tutti ingredienti usualmente pasteggiati per creare un clima di angosciosa suspense. Ma il cineasta risolve il prologo in una manciata di immagini mentre fuoricampo la voce del protagonista Bruce Campbell riepiloga: da quel magico volume uscì una cosa che portò via la ragazza, gli fece marcire la mano costringendolo a tagliarsela via con la sega elettrica e lo trasportò a bordo della sua Oldsmobile del '78 indietro nel tempo, nel tardo Medioevo. In realtà in quest'inizio c'è una dichiarazione di intenti: al giovane maestro dell'horror demenziale stavolta non interessa tanto miscelare brividi e risate, quanto fare cinema-cinema affrescando mirabolanti avventure nella cornice gotica di un 1300 visionariamente ricostruito in studio. Finito nel pieno di una cruenta guerra feudale, Campbell viene catturato come nemico e gettato in un pozzo abitato da feti di zombi, ma grazie al fucile e alla sega elettrica riesce a salvarsi e lo stregone di corte riconosce in lui l'uomo destinato a impadronirsi del Necronomicon salvando il castello dall'aggressione dei morti. Munito di un bagaglio culturale di ottuso yankee del Michigan, il giovanotto si dimostra refrattario alle problematiche metafisico-religiose dei cavalieri antichi che definisce «idioti primitivi», tuttavia essendo il fatale libro la sua unica possibilità di ritorno al futuro si impegna nella ricerca e affronta nel gran finale uno spaventoso esercito di scheletri. Certamente Campbell, armato e tracotante come un cowboy o un marine, incarna spiritosamente la parodia del mitico eroe americano, però con un film del tipo di «L'armata delle tenebre» è meglio non inseguire simboli e abbandonarsi al gioco immaginifico della fantasia, all'ingegnosità artigianale degli effetti speciali, al senso dell'umorismo e al ritmo veloce del racconto. Alessandra Levantesi L'ARMATA DELLE TENEBRE (Army of darkness) di Sam Raimi con Bruce Campbell Embeth Davidtz, Marcus Gilbert lan Abercrombie Produzione americana 1992 Genere horror fantastico Cinema Quirinale, Reale, Atlantic di Roma, Vittoria di Torino

Persone citate: Abercrombie, Bruce Campbell, Embeth Davidtz, Marcus Gilbert, Reale, Sam Raimi

Luoghi citati: Michigan, Roma, Torino