Video spento per lo spot coi barboni di Raffaello Masci

Il filmato di novanta secondi realizzato per la Caritas lombarda da Sanna e Biasi Il filmato di novanta secondi realizzato per la Caritas lombarda da Sanna e Biasi Video spento per lo spot coi barboni Nessuna tv lo ha accettato: immagini troppo crude LA PUBBLICITÀ' ROMA ILANO da bere non può essere confusa con Milano da buttare. E così uno spot «sociale» di 90 secondi sui barboni e gli sbandati della «capitale morale» non è stato accettato da nessuna televisione, né nazionale, né locale. Il gruppo Young e Rubicam ha affidato a due firme illustri del settore - Gavino Sanna e Aldo Biasi - la realizzazione di uno spot di «pubblicità sociale» intitolato «I poveri». Dopo due anni di titubanze, la Caritas accetta il «dono» di questo filmato con il quale vuole sensibilizzare «gli uomini di buona volontà» alle esigenze degli «ultimi». Ma trovare uno spazio in televisione (anzi, nelle tv) non è facile, anzi è impossibile. Le riprese sono in bianco e nero, lo scenario è quello della Milano che non si vede in cartolina: barboni che vagano davanti alle luci dorate di via Montenapoleone, anziani abbandonati, tossicodipendenti che si trascinano nella notte, malati di Aids che aspettano la morte tra il fulgore e l'indifferenza del capitalismo trionfante, ciechi barcollanti che chiedono l'elemosina. Scene di dolore, scene crude, spettri della solitudine. Lo spot si chiude con una sferzata: «Abbiamo presentato novanta secondi della quinta potenza industrializzata dell'Occidente. Firmato: Caritas diocesana». «Le immagini sono in netta antitesi con la Milano bene e forse proprio per questo il film non trova una collocazione nei palinsesti televisivi» dice Ugo Castellano, amministratore delegato della Young e Rubicam e già presidente di Pubblicitàprogresso. Per Mons. Giuseppe Pasini, direttore nazionale della Caritas «ancora una volta ci troviamo di fronte ad un atteggiamento nascosto, ma diffuso, secondo il quale si tende a rimuovere dagli sguardi e dall'attenzione della gente tutto ciò che disturba e che in qualche modo costringe a fare esami di coscienza rivedendo il nostro stile di vita». Ma mons. Pasini ricorda anche come la povertà - sia pur non nei termini così estremi cui il filmato fa rife- rimento - è qualcosa che ci riguardi da vicino. «Ci troviamo in una congiuntura economica in cui il numero dei poveri sta aumentando: circa 9 milioni di italiani vivono al disotto della soglia di sussistenza». Anche in questa storia - chi l'avrebbe detto? - c'entra Tangentopoli. Secondo la Young e Rubicam infatti, la nota vicenda giudiziaria ha sortito esiti anche sugli investimenti pubblicitari gestiti dallo Stato per la comunicazione sociale. Quindi lo spazio per la pubblicità «no-profit» se mai viene dato, lo si relega alle tre di notte. D'accordo, sarà così. Ma allora che fare? La proposta di Castellano è che «venga applicata anche al mercato italiano la regola che vige in America, secondo la quale i network televisivi si fanno carico di riservare una quota dei propri spazi a iniziative di volontariato pubblicitario. Questo darebbe fiato alla pubblicità che veicola contenuti sociali e permetterebbe di affrontare temi scomodi anche nell'ambito dei consigli per gli acquisti». In Italia si spendono in pubblicità circa 9500 miliardi l'anno, dunque se solo 1' 1 % di questa cifra venisse destinato alla pubblicità sociale, si avrebbero 90 miliardi l'anno da spendere per far crescere il senso civico e umano degli italiani. Di questo spot rifiutato, comunque, in Rai non sanno niente. Forse i pubblicitari (o la Caritas) avranno contattato la Sipra, cioè la concessionaria per la pubblicità Rai, ma per ora nessuno trova il modo di rispondere, almeno di sabato. Così come in Fininvest: una barriera di segreterie telefoniche e di telefonini staccati. Dei barboni se ne riparla (se se ne riparla) lunedì. Per Roma il week-end è sacro, così come per la «Milano da bere». Raffaello Masci Monsignor Pasini «Come sempre si vuol rimuovere tutto quello che dà fastidio» Gavino Sanna, uno dei due autori dello spot sociale «boicottato» dalle televisioni

Persone citate: Aldo Biasi, Biasi Video, Castellano, Gavino Sanna, Giuseppe Pasini, Pasini, Sanna, Ugo Castellano

Luoghi citati: America, Italia, Milano, Roma