Alleanza pronti al cambio

6 Mega-incontri in tre città di tutti i gruppi trasversali del Sì Alleanza: pronti al cambio «I referendum apriranno la porta alla nuova politica» L'obiettivo? «Uno schieramento che punti al 51 per cento» TORINO. A Roma i politici hanno scelto la prima fila della sala magna dell'Ergife, a Catania del teatro Lo Po', a Torino del cinema Vittoria per salutare la «nuova primavera», quella delle riforme. Davanti a cinquemila persone, uomini del pri, del pds, dei verdi e - in numero inferiore - de, socialisti. Il «partito che non c'era» si è seduto fianco a fianco per il collegamento con i leader dell'Alleanza democratica che, via satellite, hanno promesso un viaggio «insieme per fare un'altra Italia». Mario Segni, Giuseppe Ayala, Augusto Barbera, Giorgio RuffoIo, Enzo Bianco, Paolo Barile, Carlo Ripa di Meana (con un intervento registrato), Gianni Vattimo, Fulco Pratesi e tanti altri, al microfono, hanno annunciato il via alla corsa per conquistare i «sì» ai 10 referendum. Per tre ore si sono soffermati sul terreno comune di un pianeta trasversale ai partiti: con il nuovo eventuale sistema maggioritario rappresenterà i progressisti nel confronto con altre coalizioni. La nuova geografia, oltre i partiti? Ci sono i Popolari per la riforma di Mario Segni, nati dopo la vittoria nel referendum sulla preferenza unica del 9 giugno '91, e ancora innestati sul tronco de; c'è «Carta '93», unione dei cattolici impegnati che fa riferimento a Leopoldo Elia, Maria Eletta Martini e Alberto Monticone; a sinistra figura un'unione tra esponenti del psdi, riformisti del pds e socialisti che considerano superata l'alleanza dc-psi: è la «Sinistra di governo», guidata, tra gli altri, da Emanuele Macaluso, Enrico Manca e Augusto Barbera; sempre nei paraggi, la «Sinistra dei club» di Toni Muzi Falcone, formata all'epoca della trasformazione del pei in pds per portare il comunismo italiano verso la liberaldemocrazia; sul fronte laico, infine, l'«Alternativa democratica liberale», capeggiata da Egidio Sterpa, e il movimento referendario di Massimo Severo Giannini, recentemente trasformatosi in partito. Ripa di Meana ha sintetizzato: «Alleanza democratica possiede la virtù di permettere l'incontro di forze diverse per la messa a punto di un nuovo programma democratico». Con il «sì» al maggioritario, ha aggiunto Augusto Barbera, si vuole salvaguardare la democrazia dei partiti che può sopravvivere solo superando questi partiti: «Dal 18 aprile deve nascere l'alleanza dei progressisti e la sfida all'unità dei cattolici, creando nuovi soggetti di democrazia rappresentativa». Il magistrato e deputato pri, Giuseppe Ayala, ha fatto anche un accenno alle polemiche sulle affermazioni di Cossiga circa il rischio che le istituzioni non tengano: ((Attenti a non cedere alla tesi di chi alimenta i pericoli di tipo golpistico, apocalittico. Dietro c'è un disegno conservatore». A Torino il cambiamento è ri- chiesto più che in altre città, ha esordito Gianni Vattimo: «La società civile non vuole confluire nei partiti tradizionali. Dobbiamo ereditare competenze da parte di partiti della sinistra che non si sono lasciati compromettere. Il referendum ci darà la forza di sfondamento per una nuova politica». Sistema maggioritario, a grande richiesta. Mario Segni, ormai in vista del traguardo, ha parlato del dopo: «Nessuno ha bisogno di un altro partitino e, anche per questo, i Popolari non si sono dati una struttura partitica. Abbiamo in mente un obiettivo più ambizioso, quello di dar vita a uno schieramento capace di puntare non al 5 o al 10 per cento, ma al 51». Poi ha fatto riferimento ad una simulazione elettorale comparsa sui giornali: «Vincerebbe la sinistra. Dovrei essere spaventato, come cattolico? No, non lo sono. E non tanto perché un po' di opposizione fa bene a tutti, specialmente a de come Gava e Sbardella, ma, soprattutto, perché trovo la conferma che la via d'uscita da questa crisi passa per nuove alleanze, nuove facce». Luciano Borghesan Segni, Ayala e Bordon ieri a Roma, collegati con Vattimo a Torino

Luoghi citati: Catania, Italia, Meana, Roma, Torino