Cgil senza «aggiunto» Bertinotti fa proseliti
25 Cazzola emigra nella segreteria psi Cgil senza «aggiunto» Bertinotti fa proseliti L'annuncio del ritiro di Del Turco scatena il toto-candidato per il n. 2 ROMA. Gran movimento e «grandi manovre» in casa Cgil. Da ieri, corso Italia ha perso il segretario confederale Giuliano Cazzola, 52 anni, bolognese, eletto nella segreteria del psi. Sarà uno dei «magnifici sette» del nuovo corso del psi diretto da Giorgio Benvenuto, dove si occuperà di Stato sociale, pensioni e sanità, le materie per le quali nella sua esperienza di dirigente sindacale era divenuto l'esperto, tanto da meritarsi il titolo di «ministro». «Lascio la Cgil con dolore, anche se la mia esperienza sindacale era ormai vicina al ricambio», confessa Cazzola. Una scelta «sofferta», ma «dovuta»: «Credo che tentare, come sto facendo assieme ad altri, di risollevare le sorti del psi, sia un modo per aiutare anche la Cgil». Secondo quanto trapela da ambienti sindacali, il suo posto nella segreteria confederale della Cgil potrebbe essere preso da Walter Cerfeda, attuale responsabile delle politiche della contrattazione e già segretario generale aggiunto della Fiom. Ma è l'annuncio del ritiro dall'attività sindacale del socialista Ottaviano Del Turco, attuale numero 2 della Cgil, prima della conferenza organizzativa di giugno, a scatenare il più controverso toto-successione. I candidati più gettonati sono Guglielmo Epifani e Fausto Vigevani. L'ultima parola spetterà comunque al congresso, quindi fra tre anni, a meno che si vada a un congresso straordinario. Ma il dibattito è già acceso e si allarga ora anche agli assetti futuri dei vertici. «Non c'è più alcuna ragione per cui la carica di segretario generale aggiunto della Cgil debba essere cu proprietà dei sindaca- Giuliano Cazzola listi socialisti. Anzi, non c'è più alcuna ragione perché la Cgil debba avere il segretario generale aggiunto; le basta il segretario generale», ha puntualizzato ieri il segretario confederale Fausto Bertinotti, leader della minoranza «Essere sindacato», ribadendo quanto aveva già detto al congresso di Rimini dell'anno scorso. «Forse ci si è un po' distratti e non ci si è accorti che un'epoca è finita», aggiunge. Una posizione che oggi conta molti consensi nella confederazione. Anche il segretario confederale Altiero Grandi (pds) dà man forte al leader di «Essere sindacato», pur con alcuni distinguo: «Sarebbe un errore gravissimo se la candidatura del prossimo segretario generale aggiunto della Cgil venisse presentata come un'indicazio ne di componente - ha spiegato Grandi -. Oggi, questa logica del passato sarebbe assolutamente controproducente; dimostrerebbe un atteggiamento difensivo di area che non ha ragione d'essere». Secondo Grandi, quindi, ci vuole una consultazione libera che coinvolga tutto il direttivo della Cgil, anche se è convinto che per «la transizione verso il nuovo», la carica di «aggiunto» vada mantenuta «e nell'area socialista. Solo dopo si potrà parlare eventualmente di un vicesegretario». E a pensarla come Bertinotti è pure un autorevole sindacalista vicino al psi, Pino Schettino, segretario generale della Cgil— funzione pubblica: «Il segretario generale aggiunto della Cgil è eletto dall'intero comitato direttivo e non è di competenza dell'area socialista». Stefanella Campana Giuliano Cazzola
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