Ex terrorista ucciso dopo la rapina di Angelo Conti

Finita a Barcellona la fuga dei due di Prima linea scappati da Torino durante la semilibertà Finita a Barcellona la fuga dei due di Prima linea scappati da Torino durante la semilibertà Ex terrorista ucciso dopo la rapina E il complice di una vita di delitti s'è arreso Da Torino a Barcellona, una lunga fuga finita sul pavimento di una banca, nel sangue. I due rapinatori italiani autori dell'assalto alla succursale del Banco Central, sulla Gran Via, davanti all'Hotel Ritz, nel pieno centro di Barcellona sono Ermanno Faggiani e Daniele Gatto, due ex terroristi di Prima Linea, entrambi condannati ad oltre 20 anni di carcere, non rientrati da un «permesso» lo scorso anno e poi riparati in Spagna. Faggiani è stato ucciso dai proiettili esplosi dalla Guardia Civil, Gatto è stato invece arrestato. I nominativi forniti in un primo momento dalla polizia spagnola erano quelli falsi, delle loro identità di copertura. I due terroristi erano da tempo ricercati dalla Guardia Civil dopo che la Digos di Torino aveva segnalato (ottobre '92) sia la loro presenza in Spagna, sia i loro nuovi nomi. Faggiani e Gatto, fraterni amici, erano due personaggi di primo piano di Prima Linea, con una storia abbastanza simile, fatta di rigidità, poi di dissociazione, infine di rapine. Entrambi erano già stati arrestati nell'aprile del '90 a Torino (insieme alle due fidanzate) dopo un assalto ad una piccola gioielleria di via Mogadiscio. A tradirli una igenuità clamorosa per personaggi di questo calibro: il Gatto aveva usato la propria Y10 per fuggire, subito dopo la rapina. Ma avevano di nuovo potuto contare su permessi, e l'anno scorso erano nuovamente scappati, stavolta in Spagna. Dove avrebbero messo a segno colpi in diverse città. Ermanno Faggiani, 36 anni, condannato a 19 anni con fine pena nel 2002, ex militante della colonna veneta delle Br, poi confluito in Prima Linea, è considerato il killer di Giuseppe Taliercio, ingegnere di Porto Marghera. Per questo omicidio era stato condannato a 27 anni, insieme a Barbara Balzarani ed a Mario Moretti. Dopo essersi dissociato, dal 24 giugno '89 aveva ottenuto la possibilità di lavorare in una ditta di giardinaggio. Poi le due evasioni e le rapine. Daniele Gatto, 34 anni, apparteneva invece alla colonna tarantina di «Prima Linea». Confessò - quando decise di dissociarsi - il delitto di Giuseppe Pisciuneri, guardia della Mondialpol ucciso il 12 aprile '80. I terroristi volevano rapinarlo della pistola, ma nella lotta partì un colpo. E' considerato anche implicato nell'omicidio dell'appuntato Antonio Chionna, a Martina Franca nell'80, nonché nel sequestro Cirillo. Anche lui ha potuto godere a più riprese del regime di semilibertà: aiutava il padre, al mercato dei fiori di Torino. E' stato intanto ricostruito il «colpo» di Barcellona, che aveva fruttato alla coppia un bottino di 779 mila pesetas, poco più di dieci milioni di lire. All'uscita della banca i due hanno trovato la polizia che ha intimato loro di arrendersi. Per tutta risposta uno dei rapinatori, che aveva ancora la pistola in mano, ha sparato e ferito un poliziotto. Gli altri agenti, rispondendo al fuoco, lo hanno abbattuto mentre il compagno, che era rimasto indietro, si è arreso. I due rapinatori avevano indosso documenti italiani dai quali risultava che il morto si chiamava Luigi Perazzo, di 31 anni e l'altro, Ernesto Massa, 34 anni, entrambi residenti a Tori- no, in corso Vittorio Emanuele. I primi dubbi sull'identificazione sono partiti dal Consolato Generale d'Italia di Madrid e ieri mattina gli inquirenti hanno trovato il domicilio-nascondiglio dei rapinatori dove è stato possibile accertare le vere identità e recuperare numerose armi, impiegate nelle rapine. Secondo la Guardia Civil, Faggiani e Gatto potevano contare in Spagna su numerosi appoggi. Sarebbero arrivati a Barcellona subito dopo l'evasione, andando ad abitare in un appartamento della centrale Calle Rosalia De Castro, affittato sotto nome fai- so. La polizia spagnola ritiene che i due siano responsabili di una serie di recenti rapine in sedi bancarie di Barcellona e Tarragona che avrebbero fruttato loro complessivamente più di dieci milioni di pesetas, circa 130 milioni di lire. Non ci sono invece dubbi sui motivi che hanno spinto i due ex aderenti a Prima Linea a dare l'assalto a banche e gioiellerie. «La loro attività di rapinatori all'estero - ha puntualizzato ieri il dottor Sarlo, della Digos torinese - non aveva alcuna finalità eversiva. Non c'era la minima intenzione di rifinanziare alcun movimento armato, né un disegno politico. Quei due erano soltanto a caccia di denaro per pagarsi una latitanza costosa». Un concetto che Faggiani e Gatto avevano ripetuto anche a Torino, subito dopo il loro precedente arresto, e che sarebbe confermato anche da alcune intercettazioni telefoniche compiute recentemente proprio dalla Digos. Le ipotesi di contatti con frange del terrorismo spagnolo, avanzate a Barcellona, sono invece considerate in Italia «probabili fantasie». Angelo Conti Faggiani fu il killer di Taliercio Voleva soldi per la latitanza II ■ Da sinistra: l'ing. Giuseppe Taliercio, Daniele Gatto ed Ermanno Faggiani