Nave-bomba nel Mare del Nord
e' in fiamme e contiene 2700 tonnellate di sostanze esplosive e tossiche e' in fiamme e contiene 2700 tonnellate di sostanze esplosive e tossiche Nave-bomba nel Mare del Nord Un marinaio morto, in salvo altri 22 Greenpeace: a rischio un'oasi naturale AMSTERDAM. Inferno galleggiante nel Mare del Nord: una nave cisterna con 2700 tonnellate di sostanze tossiche e esplosive nella stiva ha preso fuoco dopo il verificarsi di un'esplosione che ha aperto un enorme squarcio sulla tolda mentre incrociava a circa cinquanta miglia al largo della costa olandese. L'incendio si è in breve tempo esteso a tutta la nave con fiamme alte fino a 50 metri. A tre ore dal primo allarme, pervenuto alle 14,20, è avvenuta una seconda esplosione. Almeno un membro dell'equipaggio è rimasto ucciso. Gli altri 22 sono stati tratti in salvo per mezzo di elicotteri inviati sul posto dalla Marina olandese. Tre dei superstiti sono in condizioni gravi. Le cause dell'esplosione non sono ancora note. La «Shiokaze», di proprietà della «Nippo Unyu» giapponese, batte bandiera panamense e stazza 16.982 tonnellate. In un primo tempo, radio e televisione olandese avevano parlato di una petroliera con 10.000 tonnellate di greggio a bordo. Poi avevano riferito che la nave aveva già scaricato il greggio e che le sue stive erano vuote. Ma entrambe le notizie si sono rivelate infondate. La «Smit International», la società olandese specializzata in salvataggi navali, ha comunicato che l'incendio continua a crescere e che sono stati inviati sul posto due motovedette attrezzate contro gli incendi. La nave è ancora a galla e finora non sono state segnalate grosse perdite di sostanze in mare. L'organizzazione ecologista «Greenpeace» ha fatto sapere che il carico della nave è costituito da 2700 tonnellate di eti- lesanolo e diottilftalato, liquidi vischiosi impiegati nella produzione della plastica. Se si riversassero in mare provocherebbero gravi danni a quella che «Greenpeace» descrive come una zona «biologicamente vulnerabile» della piattaforma continentale, che ospita l'unica popolazione di foche grigie dell'Olanda, in numero di circa 150, e altre foche più comuni. Secondo il ministro dei Trasporti olandese, invece, l'oasi naturale non dovrebbe correre rischi. L'incendio della «Shiokaze» ripropone comunque con urgenza il problema imposto all'attenzione europea dal naufragio della «Braer», la petroliera finita sugli scogli delle isole Shetland il 5 gennaio, e che riversò una marea nera su uno degli ultimi paradisi ambientali del nostro continente. Il governo olandese è stato tra i primi a sollecitare la Co- munita Europea ad adottare rigorose misure per prevenire sciagure del genere, vietando, tra l'altro, a petroliere e altre navi a rischio la navigazione nelle zone ambientalmente più delicate. Mentre non si sa ancora quali conseguenze potrà avere l'incidente verificatosi nel Mare del Nord, un altro disastro ecologico è in atto nell'Atlantico, a 115 miglia a Sud Ovest dell'isola di Faial nell'arcipelago delle Azzorre. Una petroliera battente bandiera maltese, la «Onda», in navigazione nell'Atlantico, sta riversando greggio in mare da una falla di otto metri apertasi nella stiva e ha lasciato una scia lunga 18 chilometri nell'oceano. La falla ha cominciato ad aprirsi nella giornata di martedì e solo ieri i tecnici intervenuti in soccorso sono riusciti a bloccare la perdita di greggio. La stiva danneggiata è stata svuotata e il petrolio trasferito in un altro comparto della stessa petroliera, che stazza 40.286 tonnellate e trasporta 83 mila tonnellate di greggio leggero proveniente dalla Siria e destinato a Terranova, in Canada. Le autorità portuali portoghesi non sono ancora in grado di precisare quanto petrolio si è riversato in mare. La petroliera aveva cercato di portarsi nel porto di Horta nell'isola di Faial per riparazioni, ma le autorità le hanno imposto di restare oltre il limite di 100 miglia delle acque territoriali, per scongiurare i rischi di inquinamento dell'arcipelago. Il governo portoghese ha inviato una fregata e un aereo da caccia nella zona per tenere la situazione sotto controllo. Secondo il comando navale delle Azzorre, la direzione del vento favorisce la dispersione della macchia di greggio prima che essa possa eventualmente raggiungere le coste dell'arcipelago, [e. st.] Una immagine della nave in fiamme nel Mare del Nord. Si teme un altro disastro ambientale
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