Belgio, mazzette e cadaveri

Belgio, mazzette e cadaveri Belgio, mazzette e cadaveri Una pista porta al conto protezione? IN ITALIA LIEGI DAL NOSTRO INVIATO Quello che potrebbe emergere dall'inchiesta dei giudici belgi è ben più di una semplice diramazione della tangentopoli italiana. Secondo Jean Luis Rasir, il Di Pietro belga, la procura di Liegi potrebbe essere approdata sulla punta di uno scivoloso iceberg: «l'internazionale socialista delle tangenti». Ed è seguendo questa pista che i belgi sono arrivati a chiedere ai colleghi italiani di poter ascoltare Bettino Craxi. Liegi è una città ferita dalla recessione economica. Quello che un tempo ne era il sindaco, André Cools, diceva che «se il diavolo può dare a Liegi quello che le serve, sono disposto a farci un patto». Il patto ci fu, ma a Cools costò la vita. La sera del 18 luglio 1991, un killer si appostò davanti alla casa dell'amante di Cools. Quattro colpi calibro 7,65. Cools morì subito. E' da questo episodio che parte l'inchiesta che sta scuotendo il mondo politico belga. Esecutori e mandanti sono ancora sconosciuti, ma il vice procuratore capo Rasin ed il giudice istruttore Veronique Ancia hanno recentemente fatto passi avanti in un'inchiesta parallèla: il contratto per la fornitura all'esercito belga di 46 elicotteii da combattimento, prodotti dall'italiana Agusta, un'impresa statale del gruppo Efim.. Nel 1988 l'Agusta si aggiudicò la commessa (500 miliardi), sorprendendo tutti. Secondo gli esperti infatti, i concorrenti francesi proponevano macchine migliori a prezzo competitivo. Perché gli elicotteri italiani furono preferiti? «Solo grazie alle compensazioni», afferma il magistrato. E' pratica normale che un'impresa, ottenuto un contratto, si impegni ad investire una certa percentuale dei guadagni nell'economia del Paese acquirente. Bene, «Cools aveva molto da dire sulla faccenda degli elicotteri», dice Rasin, «all'epoca era il leader socialista di Liegi, e si batté per ottenere quanto più poteva per le ditte della città». Il mediatore dell'Agusta Georges Cywie, ora in galera per tangenti, offrì compensazioni pari al 73 per cento del costo degli elicotteri: 13 miliardi di franchi belgi secondo Rasir (468 miliardi di lire), solo 6,6 secondo la ditta italiana. «Cools poteva influire sul ministro della Difesa Guy Coeme, anch'egli socialista, ed ottenne, ad esempio, che l'Agusta acquistasse strumenti elettronici per 700 milioni di franchi (25 miliardi) da un'impresa di Liegi, la Trident». Altri miliardi andarono alla Sabca, che si occupa dell'assemblaggio degli elicotteri. L'intero affare è ingarbugliato dal caso di Alain Van Der Biest, un altro leader socialista che, indiziato per il delitto Cools, è stato aggredito e ridotto in fin di vita la sera dell'8 marzo. «Crediamo che l'incidente non sia legato all'inchiesta Cools, né a quella sull'Agusta», dice Rasir. Ma infine cosa c'entra Cools con l'affare degli elicotteri, e soprattutto perché chiamare in causa Craxi? Alcuni sostengono che Cools sia stato ucciso perché, scoperta una rete di tangenti parallela alla sua, si preparava a denunciare i «concorrenti». Secondo altri, più semplicemente, perché pretendeva di avere i soldi che gli erano stati promessi. L'Agusta, d'altra parte, si dichiara «del tutto estranea ad attività finanziarie, illecite», ed ha scaricato il suo uomo di punta in Belgio, quel Cywie, grande architetto dell'affare. Dove trovare dunque il bandolo della matassa? Rasir tira fuori un ritaglio di giornale con la fotografia di Mauro Giallombardo, ex segretario personale di Craxi, titolare di un intreccio di società con base nel Lussemburgo, ora scomparso. «Ci piacerebbe interrogarlo», dice, aggiungendo solo una serie di affermazioni inquietanti: «il giudice Ancia ha interrogato in Italia cinque rappresentanti dell'Agusta, e la prossima settimana pensiamo di ascoltare altre 8-9 persone, alcuni come indiziati di reato». Uno solo di questi è un politico: Craxi. «La missione in Italia è molto importante - continua Rasir - potrebbe permetterci di procedere contro alcuni leader socialisti belgi, e non è escluso che l'inchiesta assuma contorni e dimensioni pari alla tangentopoli italiana». Ma attraverso quale legame? Citando «fonti ufficiose», il settimanale Instant, ieri, affermava che «se tangente c'è stata, i soldi sono forse finiti sul conto protezione». Fabio Squillante Bettino Craxi

Luoghi citati: Belgio, Italia, Lussemburgo