Cinque avvisi per bancarotta esplode il caso Federconsorzi di Raffaello Masci

Inquisito Giuseppe Gioia, presidente della Confagricoltura, con altri ex dirigenti Fedit Inquisito Giuseppe Gioia, presidente della Confagricoltura, con altri ex dirigenti Fedit Cinque ovvisi per bancarotta esplode il caso Federconsorzi ROMA. Cinque avvisi di garanzia sono stati emessi ieri dalla magistratura romana nei confronti di altrettanti big della Federconsorzi (o Fedit), già commissariata. I carabinieri del nucleo di polizia giudiziaria li hanno notificati a Giuseppe Gioia, attuale presidente della Confagricoltura ed ex vicepresidente della Federconsorzi; a due ex presidenti della Fedit, Ferdinando Truzzi e Luigi Scotti; e a due ex direttori generali, sempre della Fedit: Silvio Fellizzoni e Paolo Bambara. Tutti dovranno rispondere di falso in bilancio e bancarotta fraudolenta, per gli oltre 5 mila miliardi di deficit. Gli avvisi di garanzia sono stati firmati dal sostituto procuratore Evelina Canale. Il viale del tramonto della Feclit era iniziato due anni fa. Eccone le tappe salienti. 17 maggio '91. Il ministro dell'Agricoltura, Giovanni Goria, spaventato dal deficit, decide di commissariare il gigante agrìcolo, gestito, in condominio, da Confagricoltura e Coldiretti. 30 maggio '91. Goria nomina tre commissari governativi: Giorgio Cigliana, Pompeo Locatelli e Agostino Gambino. 3 luglio '91. Goria propone ai maggiori creditori la liquidazione volontaria della Federconsorzi e la creazione di una società di commercializzazione cui affidare le attività svolte dalla vecchia Fedit. L'idea non ha successo e Goria autorizza i commissari a depositare presso il tribunale di Roma la domanda di «concordato preventivo» con cessione di beni. 22 luglio '91. La domanda di concordato viene accolta. In pratica i debiti si possono pagare con i beni. 26 settembre '91. Goria comunica un piano di dimissioni, le prime saranno quelle della Po lenghi Lombardo e dello Zuccherificio Castiglionese, 29 gennaio '92. Gli oltre 11 mila creditori ci stanno. Il concordato preventivo può passare. Il commissario giudiziale Nicola Picardi dà una stima dei debiti Fedit al 30 novembre '91. La cifra è di 5088 miliardi e 873 milioni. Di questi, 275 miliardi 109 milioni rappresentano crediti privilegiati (rimborsabili cioè al 100%), mentre 4 mila 410 miliardi 764 milioni rappresentano i crediti «chirografari» (rimborsabili a banche e grandi fornitori in misura del 73,9%). 15 giugno '92. Scade il mandato dei tre commissari governativi. Il ministro Goria li sostituisce con Mario Piovano. Ma la cosa importante è che si profila una ipotesi alternativa a quella imposta dal concordato preventivo (liquidazione con cessione dei beni). Alcune banche creditrici, italiane ed estere, aventi come capofila la Banca di Roma, guidata da Pellegrino Capaldo, prospettano un'offerta di 2150 miliardi di lire per acquistare in toto il patrimonio Federconsorzi. C'era stata una stima dell'attivo, effettuata sempre dal commissario giudiziale, che era di 3939 miliardi, e quindi la «proposta Capaldo» appare notevolmente inferiore. Però ha un grosso vantaggio per i creditori : i tempi di recupero del denaro si presentano molto più rapidi (un anno, un anno e mezzo massimo). L'ipotesi «meglio pochi ma sicuri e subito» ha i suoi sostenitori. Novembre '92. Novantasei lavoratori della Fedit presentano un esposto alla magistratura, attraverso lo studio dell'avvocato della Rete Alfredo Galasso, in cui si fa riferimento a irregolarità in bilancio e soprattutto ed una serie di parcelle d'oro per alcune consulenze esterne. 28 gennaio '93. Il cosiddetto «progetto Capaldo» (in cui si riconoscono le principali banche creditrici, più Fiat ed Enichem) viene ufficialmente presentato al tribunale fallimentare di Roma, prevede un prezzo di 2150 miliardi di lire e la soluzione del problema occupazionale per i circa 1200 lavoratori della Fedit. 18 marzo '93.1 sindacati danno il loro ufficiale appoggio al «piano Capaldo». 19 marzo '93 (ieri). Partono i primi 5 avvisi di garanzia. Raffaello Masci Giuseppe Gioia, presidente della Confagricoltura, ex vicepresidente Fedit

Luoghi citati: Coldiretti, Confagricoltura, Roma