Ciancimino è mafioso »

Le rivelazioni di un corleonese sull'ex sindaco di Palermo Le rivelazioni di un corleonese sull'ex sindaco di Palermo Ciancimino è mafioso » Secondo il pentito Marchese «manovrava appalti in favore della sua cosca» EPiersantiMattarella sarebbe stato ucciso per «contrasti» con don Vito PALERMO DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Per la prima volta Vito Ciancimino è definito mafioso e non «soltanto» legato alla mafia o, come disse nel 1985 Tommaso Buscetta al giudice Giovanni Falcone, «nelle mani dei corleonesi». La rivelazione secondo la quale l'ex sindaco di Palermo condannato a 8 anni per associazione mafiosa - è un mafioso, l'ha fatta il pentito di Corleone Giuseppe Marchese, cognato di Leoluca Bagarella che, fratello di Antonietta Bagarella, è a sua volta cognato di Totò Riina. Secondo gli investigatori antimafia Marchese è bene informato, dunque credibile. Che Vito Ciancimino sia egli stesso «uomo d'onore», Marchese l'ha riferito ai magistrati della direzione distrettuale antimafia di Palermo che nel novembre scorso l'hanno interrogato a Roma. Il pentito ha fornito informazioni che hanno fortemente incuriosito i giudici palermitani. Ad esempio ha detto che due anni fa, tornato libero poco dopo avere sposato sua sorella Vincenza, Leoluca Bagarella gli fece visita nella prigione di Voghera promettendogli che tramite Ciancimino, che come lui abitava a Roma, si sarebbe adoperato per farlo trasferire dal carcere di massima sicurezza in uno comune nel quale i detenuti sono trattati con minore rigore. Marchese ha aggiunto che probabilmente Ciancimino se ne sarebbe occupato con qual- cuno del ministero di Grazia e giustizia. Il pentito ha anche detto che il cognato gli confidò che «Ciancimino stesso, insieme con altre persone delle quali non mi fece i nomi, manovrava l'aggiudicazione degli appalti comunali di Palermo, ovviamente nell'interesse della sua "famiglia". Non mi aggiunse altri particolari». Giuseppe Marchese ha anche raccontato che nel 1985, mentre si trovava nel carcere di Trani, a proposito di «imbrogli politici ai quali era interessata Cosa Nostra», gli capitò di ascoltare quanto si dicevano Salvatore Madonia, figlio del boss Francesco ora all'ergastolo, e il suo futuro cognato Leoluca Bagarella, suoi compagni di cella. Quest'ultimo, sempre secondo Marchese, ammise che Ciancimino era uomo d'onore della sua stessa «famiglia» e aggiunse che «l'onorevole Piersanti Mattarella era stato ucciso a causa dei contrasti avuti con lo stesso». [a. r.j L'ex sindaco di Palermo Vito Ciancimino accusato da un pentito di affiliazione a Cosa Nostra

Luoghi citati: Corleone, Palermo, Roma, Voghera