Pyongyang faida atomica di Fernando Mezzetti

8 Dietro le minacce di guerra agli Usa la lotta per il potere Pyongyang, faida atomica 7/figlio diKim vuole succedergli e manovra per ricompattare i generali , ......... . m ' LA COREA E LA BOMBA PECHINO DAL NOSTRO INVIATO Nel chiuso dell'ultimo bunker si grida alla guerra per coprire la lotta interna per il potere. E' questo, secondo fonti cinesi non ufficiali e ambienti diplomatici, il senso di ciò che sta accadendo in Corea del Nord dietro la sfida lanciata al mondo col ritiro dal Trattato di non proliferazione nucleare e la proclamazione di «quasi guerra». La Cina ribadisce di voler una Corea denuclearizzata, riferendosi solo al Nord, perché dall'ottobre '91 gli americani hanno ritirato il nucleare dal Sud. Al Consiglio di Sicurezza, al massimo si asterrà su una condanna a Pyongyang. L'ipotesi di crisi interna è confermata da importanti elementi. Kim II Sung, 81 anni, al potere da quasi mezzo secolo, è assente da mesi dalla scena pubblica e non appare in questi giorni, secondo la propaganda decisivi per il paese e il regime. Dovrebbe essere in gravi condizioni: il mese scorso un'equipe di suoi medici è venuta a Pechino per consultazioni e per avere medicinali. Il premier Kan Song-san nominato l'il dicembre 1992 per bilanciare l'ascesa del figlio del dittatore, non è più apparso dal quel giorno. Misteriosa, fulminea e grave malattia o altro? Nelle manifestazioni di massa di questi giorni a Pyongyang la più alta personalità che si sia mostrata è il vice premier. Domina la scena Kim Jong II, 51 anni, in qualità di maresciallo e comandante supremo delle forze armate, che l'ottantunenne padre ha cercato per anni di nominare formalmente quale successore alla guida del paese, incontrando sorde ma tenaci resistenze dei militari. Tutto indica che con l'approssimarsi della fine del padre il figlio abbia colto l'opportunità del braccio di ferro con l'Aiea per le ispezioni, concomitante con le annuali manovre «Team Spirit» del Sud e degli Stati Uniti: gridare all'aggressione e al pericolo per il paese, mettendo a tacere le resistenze interne, costringerle a sostenerlo. Le esercitazioni Team Spirit, infatti, non sono nuove, e fino a due anni fa vedevano impegnati 250 mila uomini invece dei 120 mila attuali. Pyongyang ha sempre protestato, ma non è mai arrivata a tanto. Fattore ben più importante: dal '91 Washington ha ritirato dalla Corea del Sud tutte le armi nucleari tattiche, garantendo protezione con quelle strategiche. La mossa del Nord si spiega perciò con la lotta di potere sullo sfondo di una crisi sempre più grave: isolamento diplomatico e politico da quando l'Urss nel '90 e la Cina l'anno scorso hanno riconosciuto il Sud; crisi economica riassunta nella contrazione della produzione di quasi il 5% annuo. Nel '92 le razioni alimentari sono state tagliate del 10%. A giugno alcuni reggimenti si sollevarono contro le dure condizioni di lavoro nelle costruzioni civili in cui erano impegnati: 13 ufficiali superiori furono fucilati. Poche settimane dopo, secondo le poche fonti diplomatiche occidentali a Pyongyang, scoppiarono disordini popolari contro le condizioni di vita, subito soffocati. In quegli stessi giorni il vice primo ministro russo Poltoranin dichiarava che «il regime del Nord è sull'orlo del collasso». Nel settembre '90, prima che Mosca riconoscesse Seul, Pyongyang presentò al Cremlino un minaccioso memorandum: «La vostra decisione non ci lascerà altra scelta che provvedere da noi a dotarci di alcuni sistemi di armamenti per i quali abbiamo finora fatto affidamento sull'al¬ leanza». Cioè l'atomica. La Corea del Nord ha in Asia l'esercito più imponente dopo la Cina: un milione di uomini su 22 milioni di abitanti. Le spese militari sono il 25 per cento del prodotto interno lordo. Seul ha 650 mila uomini alle armi, su una popolazione di 45 milioni, con una spesa militare del 6 per cento del prodotto nazionale. Ma le sue forze sono meglio equipaggiate e affiancate da 36 mila americani. Dopo che la Russia l'anno scorso ha fatto patti di non aggressione col Sud lasciando cadere la clausola militare nei trattati col Nord, e dopo che la Cina pur restando alleata ha ricono¬ sciuto Seul, nessuno può escludere che Pyongyang abbia deciso di andare al nucleare per equalizzare la disparità. Nel luglio '92, dopo la prime ispezioni nel Nord, il direttore dell'Aiea Hans Blix depose davanti al Senato americano. Gli fu chiesto se «l'eliminazione» dei due laboratori ora al centro della disputa e già allora sospetti, potesse nuocere per il Nord all'uso pacifico del nucleare. Rispose che no, non erano indispensabili. La domanda rivelava un'idea ora serpeggiante: «l'operazione chirurgica» per eliminarli. Ipotesi insostenibile. Il Nord avrebbe comunque la possibilità di rappresaglia convenzionale su Seul - 30 chilometri dal fronte con 9 milioni di abitanti - facendo in poche ore stragi. Il Giappone non potrebbe avallare 1' operazione. La Cina si schiererebbe con il Nord. La Russia si defilerebbe. Scenari da incubo: il Sud potrebbe abituarsi a convivere con l'atomica al Nord, facendosela poi anch'esso non fidandosi della protezione Usa; ma con Corea e Cina nucleari, il Giappone non resterebbe a guardare; neppure Taiwan, e Pechino. A meno che, in Corea del Nord, non si realizzino scenari romeni. Evento più probabile, prima o poi. Fernando Mezzetti | ' ! ! Kim Jong II 51 anni | maresciallo ' capo dell'esercito ma soprattutto figlio ! del dittatore ! Kim II Sung

Persone citate: Fattore, Hans Blix, Kim Jong Ii