I giudici belgi vogliono sentire Bettino di Ugo Bertone
I giudici belgi vogliono sentire Bettino I giudici belgi vogliono sentire Bettino Dovrà testimoniare sulle presunte tangenti dell'Agusta MILANO.. Ci mancava l'incognita belga sulla strada di Bettino Craxi. Eppure, proprio da Liegi, nel cuore dell'Europa vallone, arriva la richiesta di ascoltare in qualità di teste, a Milano, l'ex segretario del psi per una storia intricata e violenta: l'assassinio di un socialista belga, dietro cui si intravedono le trame e le tangenti per un mega contratto dell'Agusta, vincitrice di un appalto di 46 elicotteri (valore 500 miliardi) all'esercito del regno. E la settimana prossima, per la prima volta da quando è scoppiato il ciclone di «Mani pulite», Bettino Craxi risponderà alle domande di un giudice italiano, il gip Maurizio Grigo,mentre il sostituto procuratore Antonio Pisapia gli rivolgerà le questioni sollevate dal magistrato belga, madame Veronique Ancia, decisa a far luce su una storia che, secondo quanto hanno scritto i giornali belgi, nasconde tangenti per almeno 60-70 miliardi di lire. No, non varcherà il portone di palazzo di giustizia l'onorevole Craxi. Ieri madame Ancia ha concordato, tra l'altro con Gherardo Colombo e il gip Italo Ghitti, ovvero due magistrati di «Mani pulite», tempi e modi della rogatoria per Craxi e altri quattro testi eccellenti (manager dell'area Efim-Agusta). L'unica cosa sicura è che l'interrogatorio avverrà in una caserma milanese. Ma che cerca madame Ancia da Craxi e dai vari boiardi di Stato? Innanzitutto qualche spiegazione sull'affaire Agusta, trattato a suo tempo da un socialista dinamico e moderno, forse troppo: André Cools, ex sindaco di Liegi, ucciso il 18 luglio del '91. Era un uomo di polso quel Cools, già vicepresidente del Consiglio e, dal '69 al '71, ministro dell'Economia. E, come spesso accade, il decisionismo comporta nemici, tanti nemici. Non a caso i magistrati belgi hanno battuto più piste, per capire chi possa aver voluto la sua morte. Scartata la pista passionale (era pure un grande amatore l'ex presidente dei socialisti francofoni), resta attuale quella dell'inimicizia di un altro socialista: monsieur Van der Biest, già privato dell'immunità parlamentare e vittima pochi giorni fa di un'aggressione sospetta sotto casa. Ma, al di là dei problemi della sùreté di Liegi, il caso Cools tocca l'Italia. E non solo perché uno strano personaggio già noto alla polizia di Bruxelles, Carlo Todarello, ha accusato Van der Biest di aver assoldato un sicario per eseguire il delitto politico. Ma, soprattutto, perché indagando sul delitto gli inquirenti si sono imbattuti in una bella storia di tangenti all'italiana (attuali, come si sospettava, anche oltre le Alpi). Nell'88-'89, scopre madame Ancia, Cools e il suo collaboratore, l'ex colonnello Jean Dubois, si agitano assai per una commessa chiacchierata: 46 A 109 dell'Agu¬ sta all'aeronautica belga. Non era piaciuta a tutti quell'operazione anche perché gli elicotteri, in origine in versione civile, erano diventati così pesanti, dopo il montaggio degli armamenti, da non sollevarsi più da terra. E così, per superare il vaglio tecnico, l'Agusta, dicono a Bruxelles, fu costretta a rinviare la consegna di sei mesi. Polemiche roventi, ma non sufficienti a smontare monsieur Georges Cywie, un industriale bel¬ ga che aveva curato l'operazione per conto dell'Agusta. E Cywie, in carcere per l'accusa di corruzione attiva, ha già accusato Dubois, il collaboratore di Cools, di aver preteso una tangente da 600 milioni. Sciocchezze, almeno di fronte ai 60-70 miliardi che lui e i socialisti belgi si sarebbero spartiti per far decollare l'affare Agusta. L'Agusta, per ora, ha smentito tutto ma la deposizione di Cortesi, responsabile a suo tempo della società italiana in Belgio con sede a Zaventem, non ha convinto gli inquirenti di Liegi. Che oggi vogliono capirne di più anche se paiono scettici sull'eventuale collegamento tra omicidio e tangenti. Di qui l'incursione italiana dei magistrati valloni, insospettiti anche da altri delitti che hanno interessato la piazza di Bruxelles, terreno privilegiato dei mercanti di armi. Che c'entra la testimonianza di Craxi con tutto questo? Madame Ancia ne ha parlato solo con i magistrati milanesi. E impressiona comunque l'apertura di questa ennesima pista socialista, stavolta sotto l'insegna intemazionale. Ugo Bertone Il magistrato Antonio Di Pietro del «pool» di Mani pulite
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