Bufera su leone e Ciarrapico

Due ordini di cattura per lo scandalo Safìm, la finanziaria dell'Efìm Due ordini di cattura per lo scandalo Safìm, la finanziaria dell'Efìm Bufera su leone e Ciarrap Preso in clinica il figlio dell'ex Capo dello Stato Resta latitante (in Svizzera) l'ex re dell'acqua Fiuggi ROMA. Giuseppe Ciarrapico, latitante. Mauro Leone, arrestato in un letto d'ospedale e subito trasferito nell'infermeria del carcere. La Guardia di Finanza, ieri, in un colpo solo ha decapitato la squadra di calcio «Roma» gettando nello sconforto gli ambienti andreottian-finanziari della capitale. Ciarrapico e Leone, infatti, diversissimi per storia personale e per immagine, da anni erano due inseparabili nel lavoro, nel calcio e naturalmente nella corrente andreottiana. Si chiama Safim, la buccia di banana su cui sono scivolati i due andreottiani (più il faccendiere Marco Squatriti, l'ex direttore generale della Safim Dario Barbato, il direttore finanziario del gruppo ciarrapichiano Eugenio Iannelli e l'ex amministratore della società Iri-Italsanità Ugo Benedetti). Safim, ovvero uno scandalo che nasce dall'Efim: trecento miliardi volatilizzati su cui la Finanza indaga da sei mesi. Ma i «buchi neri» sono infiniti e intrecciati. C'è di mezzo anche Italsanità: un altro scandalo, questo di ambito Iri, dove si affittavano a peso d'oro cliniche e edifici (assolutamente inidonei) in tutt'Italia per farne cronicari. Dai due imbrogli nasce un groviglio pressoché inestricabile di fatture false, crediti inesistenti, falsi in bilancio, evasione fiscale e quant'altro. Alla lontana fa capolino anche la mafia che aveva capito l'andazzo e si era inserita. A Torino c'è un filone d'indagine che collega la Safim con gli «stiddari» di Porto Empedocle. A controllare il filone principale, però, era il duo Leone-Ciarrapico. Un sodalizio di marca tutta andreottiana, romanesca e romanista. Il primo, figlio dell'ex Presidente della Repubblica, enfant-prodige della finanza, aveva accumulato nel tempo le cariche di presidente della Safim (la finanziaria che gestiva allegramente i soldi dell'Efim), poi di vicepresidente dello stesso Efim e infine presidente dell'Inabanca (controllata dalla Banca di Roma e dall'Ina, altri capisaldi del mondo andreottiano). Il secondo, patron della «Roma», imprenditore rampante ma pressato dai debiti, aveva ceduto di recente le acque minerali a Gardini e si era concentrato sul business del catering, degli aerei privati e delle cliniche. E del calcio, naturalmente. In verità - sostiene l'accusa la coppia Leone-Ciarrapico, insieme agli altri quattro già citati, aveva dato vita a una associazione a delinquere finalizzata alla truffa e al falso in bilancio. In poche parole, erano loro ad aver ideato e messo in piedi il marchingegno che trasferiva soldi pubblici nelle tasche private. E Ciarrapico, per la sua Italfin '80, ne avrebbe approfittato a piene mani: incassando un'ottantina di miliardi direttamente dalla Safim e falsificando il bilancio per sottraine altri trecento al fisco. I finanzieri hanno accertato che quasi tutte le società di "Ciarra" avevano bilanci «ballerini». La raffica di arresti è stata decisa ieri dal giudice Augusta Iannini, su proposta della pubblica accusa Antonino Vinci. Quest'ultimo, in mattinata, si è anche presentato spontaneamente al Csm per denunciare «un'opera di delegittimazione nei suoi confronti». E sembra che le due mosse - mandati di arresto e incontro al Csm - siano collegate quantomeno dal nome di Dario Barbato, imputato, ma a sua volta accusatore del giudice che lo ha fatto arrestare. I finanzieri del nucleo centrale tributario, sguinzagliati dal giudice, hanno trovato Mauro Leone in una clinica. E il suo avvocato, Ugo Longo, «contesta energicamente l'opportunità della misura cautelare, tenuto conto delle gravi condizioni di salute dell'imputato». Leone sarebbe sofferente di problemi respiratori, collegati alla poliomelite che lo colpì da bambino. Lo hanno portato a Regina Coeli e oggi stesso sarà interrogato dai giudici. Fino a sera, invece, i militi non sono riusciti a trovare Giu¬ seppe Ciarrapico. Anche lui ricoverato in clinica - ma in Svizzera, nonostante sia proprietario di diverse case di cura a Roma per accertamenti coronarici, l'imprenditore ha telefonato di sua iniziativa al comando delle Guardie di Finanza. «Mi costituisco in serata», ha promesso. Ma le ore sono trascorse invano. E così a sera i giocatori della sua «Roma» sono scesi in campo sapendo che il presidente della società era latitante. E ha commentato l'avvocato Marcello Petrelli : «Lo incontrerò presto e lo consiglierà al meglio. Ma per ora escludo che si presenti». Francesco Grìgnetti A fianco Dario Barbato ex direttore generale della Safim A sinistra il gip Augusta Iannini. Sopra Marco Squatriti e la moglie