Nasce dal mare il nuovo fondriest
Il campione del mondo 1988 dà lezione di tattica e vince la Tirreno-Adriatico CICLISMO Il campione del mondo 1988 dà lezione di tattica e vince la Tirreno-Adriatico Nasce dal mare il nuovo fondriest «Non seguo più l'istinto ma il ragionamento» S. BENEDETTO DEL TRONTO DAL NOSTRO INVIATO «Proprio un altro no, ma diciamo che sono molto cambiato. Faccio un esempio. Prima, se andava in fuga un avversario, che ansia, che paura, subito a rincorrerlo. Adesso valuto. Piano, stai attento, è il caso o non è il caso di preoccuparsi? Sono, se mi è permessa un'usurata definizione, maturato». Il distinto Maurizio Fondriest, 28 anni, di Cles in Val di Non, vince la Tirreno-Adriatico, si congratula con Massimo Strazzer, primo in volata nell'ultima tappa (una ninna nanna di 161 chilometri), e si accinge ad affrontare la Milano-Sanremo augurandosi serenamente un bis. Che storia, questo corridore. Conquista un campionato del mondo, Renaix 1988, lo osannano, un nuovo asso!, e lui molle molle si inabissa, scompare. Fondriest? Una vampatina di paglia, peccato. Va a cercare fortuna in una squadra olandese, la Panasonic. «In Olanda e in Belgio ho imparato a dosare le forze. Ho sco- petto quant'è importante la tattica. Correvo, sbagliando, abbandonandomi all'istinto che, attenzione, t'inganna. Fai quello che ti senti di fare. Eh, no. Fai, invece, quello che la gara ti impone di fare. Studia gli avversari, ragiona». In edizione fiamminga, Fondriest compie il prodigio di vincere la Coppa del mondo, 1991, senza mai vincere una corsa di lusso. «Accidenti, avrò imparato la tattica, ma qui continuo a salutare gli altri che salgono sul podio. Ma senza che me ne rendessi conto progredivo, crescevo, diventavo il corridore che avrei dovuto essere alla Sanremo dell'88, quando Fignon praticamente mi disse: ragazzo mi dispiace ma, per un insieme di circostanze che comprendono una superiore esperienza e un maggiore dominio dei propri nervi, sono costretto a farti arrivare secondo. Ciao. Oggi, se si ripetesse quell'avventura, sarebbe più difficile dirmi ciao a un passo dal traguardo». E', Maurizio Fondriest, un insolito, particolare abitatore del ciclismo. Non agita i randelli di Chiappucci, è lontano le mille miglia dalle rudi cupezze di Bugno, gli sono estranee le malizie di Argentin, non si sognerebbe mai di comunicare, come Cipollini, che due cose irresistibilmente lo infervorano, le volate e le gambe delle donne. Fondriest esce e entra, entra e esce da un corso prolungato di buone maniere. «Mi scusi se sono ancora grondante di sudore, provengo da circa duecento chilometri di pedalate. Desidera parlarmi?». E va bene, siamo alle prese con un gentleman della pedivella, ma a Chiappucci, Bugno, Argentin, Cipollini che gliene importa. Fondriest ha forse il loro prestigioso carnet di successi? «I miei successi di inizio di stagione non saranno da sogno, però mi hanno dato sicurezza. Sono, e non lo ero mai stato, padrone di me. Muscoli pronti, scatto brillante. Sul Poggio, sabato, ci sarò anch'io a giocarmi la Sanremo. Non vado immune da dolci pensieri: mi è concessa una tenera parentesi domestica? Aspetto, tutto commosso, la nascita di Maria Vittoria. Potrebbe avvenire domenica o lunedì. Lo gradi- rebbe, immagino, un papà che ha vinto la Sanremo. Nella TirrenoAdriatico ho visto Bugno e Argentin in ottima forma. Mi aspetta una bella compagnia. E poi sotto con le classiche al Nord. Ho una vecchia passione per la Parigi-Roubaix, le voglio bene, lei purtoppo non vuole bene a me, sono un po' leggero per quelle buche e quei sassi, finirò per rinunciarci, ma ci si può consolare con la Gand-Wevelgem, il Giro delle Fiandre, la Freccia Vallona, la Liegi-Bastogne-Liegi, l'Amstel Gold Race, ne ho di strada da fa¬ re». Il ragazzino Maurizio pedalava sulle strade della Val di Non e suo padre lo seguiva a bordo d'un'utilitaria, nella sinistra il volante, nella destra una verga di nocciolo. «Ogni volta che un ginocchio deragliava dalla giusta linea, una frustata e a ogni frustata pensavo che avrei fatto meglio a dedicarmi al commercio delle mele. Ma lui mi voleva campione e anch'io mi abituai a quell'idea, me ne innamorai». Gianni Ranieri Ordine d'arrivo: 1. Strazzer, 161 km in 4h 29' 22" alla media 35.862 kmh, abbuono 5"; 2. Vanderaerden (Bel), abb. 3"; 3. Raab (Ger) abb. 1"; 4. Fidanza; 5. Martinello s.t. Classifica finale: 1. Fondriest, 1431 km in 38h,29',36", media kmh 37.173; 2. Tchmil (Moldavia) a 9"; 3. Della Santa a 10"; 4. Chiurato a 11"; 5. Rebellin a 12"; 6. Elli a 15"; 7. Zabel (Ger) a 16"; 8. Volpi a 17"; 9. Bolts (Ger); 10. Sheffer. E vuole la Sanremo «per la mia bambina che sta per nascere» Fondriest, 10 in Coppa Mondo '91 senza vincere neppure una gara
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