Mikhail torna sul palco ma nessuno l'applaude di Cesare Martinetti

Mikhail torna sul palco ma nessuno l'applaude Mikhail torna sul palco ma nessuno l'applaude CON GORBACIOV ANIZHNIJ NOVGOROD MIZHNIJ NOVGOROP DAL NOSTRO INVIATO Avanti, coraggio, chi vuol fare domande a Mikhail Sergeevich Gorbaciov? Nessuno. Potete chiedergli qualunque cosa, anche la più scomoda: c'è qualcuno? Nessuno. Il direttore della Normal se la cava tirando fuori bigliettini e leggendo improbabili domandine tipo: come vede il futuro della Russia? Non c'è nient'altro da fare, il clima non si scalda. Le impiegate con i golfini colorati e gli ingegneri con la sciarpa al collo assistono senza entusiasmo, i posti nella sala delle feste non sono nemmeno tutti occupati, di operai non ce n'è nemmeno l'ombra. All'inizio e alla fine solo uno sbrigativo battimani per Gorbaciov. Se l'ex presidente dell'Urss è venuto fin qui sul Volga, a Nizhnij Novgorod, per saggiare il terreno in vista di un ritorno pubblico non potrà non tener conto degli sguardi freddi incontrati alla Normal, che una volta era una grande fabbrica di componenti per aerei militari e ora si è trasformata quasi interamente in un'officina di attrezzature domestiche (posate e altri utensili metallici) da pochi mesi diventata una spa, con le azioni (al 51 per cento) in mano ai dipendenti. Della fabbrica d'armi conserva però la segretezza e la sospettosità. I visitatori vengono guidati sotto scorta lungo un itinerario di corridoi e porte chiuse, spinti velocemente negli ascensori e fatti sedere in posti riservati nella grande sala dominata da un pianoforte a coda. Come si sta qui? «Meglio di una volta», ci risponde una signora sfuggente in golfino giallo. E la vita in città? «E' molto dura, i prezzi sono alti». E' contenta di vedere Gorbaciov? «Non conten¬ ta, curiosa». Non ci sono operai, in questa sala. Perché? Ci dice un ingegnere che tutti i presenti sono stati selezionati: niente operai, per timore di contestazioni a Gorbaciov, a tutti è stata fatta la raccomandazione di non fare domande cattive all'ex presidente (chissà cosa intendeva dire il direttore con «chiedetegli quello che volete...») e di non parlare con i giornalisti stranieri. Proprio come si faceva una volta. Eppure quella di Mikhail Sergeevich Gorbaciov era una giornata speciale: la prima uscita pubblica in Russia dopo la fine dell'Urss, il suo primo faccia faccia con la gente, un ritorno che potrebbe far trasparire l'intenzione di ributtarsi nella politica. Anche il posto è speciale, perché qui a Nizhnij Novgorod (che quando c'era in esilio Sacharov si chiamava Gorkj) Grigorj Yavlinskij, uno degli economisti della perestrojka, ha messo in movimento un esperimento economico e sociale di privatizzazioni diffuse. Sotto la tenda di questo laboratorio si muove una generazione politica giovanissima, guidata da un governatore di 33 anni con la faccia da ragazzo, Boris Nemzov, nominato da Boris Eltsin. E' stato lui ad invitare Gorbaciov che è sbarcato nel suo ufficio nel locale Cremlino a fine mattinata e lì è rimasto per quasi tre ore, facendosi portare qualche panino e cancellando un pranzo ufficiale per continuare un colloquio evidentemente interessante. Gorbaciov s'è fatto spiegare come vanno le cose, qui, dove in questi giorni sono all'asta le azioni di nove aziende. Un viaggio da segretario generale, non solo per il lungo corteo di auto e il traffico bloccato dai poliziotti ad ogni incrocio, ma anche per il tipo di incontri: ieri le «maestranze» della Normal, i ricercatori dell'Istituto di fisica applicata, gli imprenditori; oggi gli studenti della scuola di edilizia. Il lungo corteo di auto ondeggiava per evitare fosse e pozzanghere profonde (Nemzov farebbe bene a privatizzare la manutenzione stradale) solcando spesso gruppi di folla che da due giorni sapeva di questa visita: non c'è stato un solo applauso o un cenno di saluto. Impenetrabile indifferenza. Sa di essere nel mirino, Mikhail Gorbaciov, e nel salone della Normal comincia difendendosi: «Il vostro lavoro è stato legato al settore militare per molti anni e fra le tante accuse che mi vengono rivolte c'è anche quella di aver smantellato questa industria nel Paese. La verità è che quando sono diventato presidente il settore militare componeva il 25 per cento del reddito globale: un livello record nel mondo. Avevamo 64 mila carri armati, come tutto il resto del mondo messo insieme. Però ci mancavano beni di consumo. Eravamo in ritardo di vent'anni. Qualcuno pensa che si potesse andare avanti così?». Nessuna obiezione. Che ne pensa della situazione, politica? «Il vero problema non è lo scontro tra due persone, ma sapere se le riforme andranno avanti e non nel modo sbagliato in cui sono state condotte finora, con la truffa dei vaucher di Stato». Tornerà alla politica? «Ripeto che non occuperò più cariche di Stato». Cosa farebbe per aiutare la soluzione della crisi? «Elezioni anticipate, subito». Tiepido applauso. Cesare Martinetti Alla fabbrica Normal c'è grande curiosità però tra il pubblico mancano gli operai L'ex presidente Mikhail Gorbaciov

Luoghi citati: Russia, Urss