Somalia si riaccende la guerra di Francesco Fornari

Il genero di Siad Barre occupa Chisimaio, gli Usa inviano 500 soldati RESTORE HOPE W Il genero di Siad Barre occupa Chisimaio, gli Usa inviano 500 soldati Somalia/ si riaccende la guerra L'Onu sospende il vertice per la riconciliazione MOGADISCIO DAL NOSTRO INVIATO Le Nazioni Unite hanno sospeso la conferenza di riconciliazione somala in corso ad Addis Abeba in attesa che vengano resi disponibili maggiori dettagli sui nuovi combattimenti a Chisimaio, la città portuale del Sud della Somalia «riconquistata» dai miliziani del generale Mohamed Said Hersi detto Morgan, genero del deposto presidente Mohamed Siad Barre. Léonard Kapungo, direttore del comitato dell'Onu per la riconciliazione nazionale, ha detto che intende parlare oggi coi capi delle fazioni somale per decidere se continuare o no la conferenza. Il gen. Mohamed Farah Aidid aveva già in precedenza lasciato la conferenza per protesta contro l'occupazione di Chisimaio, dove i combattimenti avrebbero causato una cinquantina di vittime. Il portavoce di «Restore Hope», il colonnello Fred Peck, ha annunciato l'invio a Chisimaio di una forza d'intervento rapido composta da 500 uomini con gli elicotteri della decima divisione di cavalleria leggera. La città portuale meridionale somala, attaccata da 300 miliziani darod del generale Morgan, è presidiata da 2000 paracadutisti belgi. Il contingente belga si era astenuto dall'intervenire nei combattimenti anche a febbraio, quando Morgan era riuscito una prima vol¬ ta ad occupare Chisimaio, per poi doversi ritirarsi di fronte al perentorio ultimatum del comandante di «Restore Hope», il generale Robert Johnston. Già prima dell'offensiva di Morgan a Chisimaio, comunque, la conferenza di pace presentava crepe preoccupanti. A Mogadiscio bande di ragazzini hanno continuato nei giorni scorsi a lanciare pietre e insulti contro le auto in transito dei vari contingenti militari, americani, belgi, francesi, canadesi, italiani e, soprattutto, contro gli «odiati» caschi blu dell'Onu. Nella capitale somala corre voce che queste bande siano organizzate dai seguaci del generale Aidid, uno dei due signori della guerra, allo scopo di mantenere uno stato di tensione, che da un momento all'altro potrebbe sfociare in ben più gravi incidenti, per sabotare l'estremo tentativo di riportare la pace. Domenica al chilometro sette, lungo la strada che porta all'ambasciata americana, dove hanno sede anche i comandi militari delle nazioni che partecipano all'«operazione salvezza», sono stati distribuiti volantini in cui Unitaf (United Task Force) e Unosom (Operazione delle Nazioni Unite in Somalia) vengono accusati di «saccheggiare le risorse del Paese». Radio MogadiscioSud, controllata da Aidid, ha dato vita ad una martellante campagna contro gli Stati Uni¬ ti che sarebbero venuti con i loro soldati «per rapinare le ricchezze minerarie somale». Ma la protesta, purtroppo, non è soltanto verbale: l'altra mattina, a trecento metri dall'ingresso dell'aeroporto, una delle zone dove i controlli sono più accurati, si incontrano posti di blocco ad ogni incrocio, un uomo ha sparato contro un veicolo dell'Unicef, ferendo uno dei somali di scorta. A tre mesi dall'inizio il primo obiettivo di «Restore Hope», portare il cibo a chi stava morendo di fame, non è stato pienamente realizzato: la situazione all'interno del Paese, nelle campagne, è drammatica. Vi sono villaggi in cui da due anni non è arrivato neppure un sacco di riso, uno scatolone di latte in polvere, della farina: i convogli che cercano di spingersi al di fuori dei centri umanitari, presidiati dai soldati della forza multinazionale, sono sistematicamente assaliti dai banditi. Sebbene gran parte dei sei milioni di somali continui a condurre un'esistenza assai grama nelle regioni non controllate dai 37 mila uomini della forza multinazionale, nelle zone più sicure sta riaffiorando lo spirito imprenditoriale di un popolo celebre per i suoi traffici e i suoi commerci. Nelle strade di Mogadiscio sono comparse automobili nuove che i proprietari avevano nascosto durante i mesi più difficili della guerra, sovente smontandole e sotterrandone i pezzi separatamente in buche profonde scavate nella sabbia. Molti negozi hanno riaperto i battenti ed è possibile acquistare, a prezzi proibitivi, generi di lusso come le sigarette d'importazione (una stecca può costare anche cento dollari), bottiglie di acqua minerale (a 15, 20 dollari). In un paio di negozi del quartiere di Ameriwin sono esposti in vetrina televisori e videocassette provenienti dalla vicina Gibuti. Francesco Fornari Il generale Aidid j abbandona la sede della Conferenza j Distribuzione di viveri a Mogadiscio In buona parte della Somalia gli aiuti umanitari non sono ancora arrivati [FOTO EPA)

Persone citate: Aidid, Fred Peck, Léonard Kapungo, Mohamed Farah, Mohamed Said, Mohamed Siad Barre, Robert Johnston, Siad Barre