Baget-Bozzo; io, prete bastonato
Baget-Bozzo; io, prete bastonato «Me le vado a cercare, ma questa Chiesa ha bisogno di qualcuno che parli» Baget-Bozzo; io, prete bastonato «Con Pacelli spazio alla coscienza, oggi no» «CURIA ROMANA IMMOBILITÀ CROMA MBIANO i vescovi, ma don Baget-Bozzo resta in castigo. Il sacerdote-politologo, sospeso a divinis dal card. Siri nel 1984, torna nel mirino della Curia genovese. «Lo invitiamo al ravvedimento», scrive l'ufficio stampa dell'arcivescovo Giovanni Canestri. «Persevera nel prendere posizione di critica aspra, ingiustificata e teologicamente erronea nei confronti del Vicario di Cristo». Don Gianni Baget-Bozzo, 68 anni, origine catalana, genovese d'adozione, i voti presi nel '67, politologo e filosofo; ma anche, oggi, il prete più bastonato d'Italia. «In qualche modo me lo sono cercato - confida -. E' che, poten- do accedere ai mezzi di comunicazione di massa, cerco di dire ad alta voce quanto altri, uomini e donne, forse pensano ma non sono in grado di far conoscere». Ha parlato, prima su Repubblica poi sul Radiocorriere Tv, di «quei problemi che anche i cattolici avvertono come gravi» e che «la Chiesa deve prendere sul serio»: il ;* dramma delle donne bosniache stuprate dai serbi, in relazione «all'immobilismo della Curia wojtyliana» sulla morale ecclesiastica. E su di lui sono caduti i fulmini dell'Osservatore Romano e della sua diocesi. Ora, Baget-Bozzo chiede «perdono a un Papa tanto amabile» («perché sa amare i popoli in questo tempo di violenza») e si «duole se lo ha offeso», ma insiste sulle critiche ad una Chiesa «senza cuore che presenta Dio come una legge di pietra che lega il corpo della donna». «Viviamo in un tempo dove i problemi religiosi sono diventati ancora più acuti. La caduta del comunismo li ha fatti emergere, obbligando la Chiesa ad affrontarli con un linguaggio nuovo - sostiene -. Il guaio è che la Curia romana questo linguaggio non lo trova. Anzi, nemmeno lo cerca». Il portavoce di monsignor Canestri lo accusa di provocare «sconcerto e confusione nella comunità ecclesiale», ma lui contrattacca: «Mi interessa che la Chiesa apra dei dibattiti. La dimensione profetica del Concilio è quella di parlare alla gente e alla coscienza della gente». «Non sono un teologo progressista», dice di se stesso. E ricorda che «nella Chiesa preconciliare di Pio XII, la coscienza aveva più diritti»: «A chi gli chiedeva se doveva seguire l'avviso della coscienza o quello della Chiesa, papa Pacelli non aveva dubbi a rispondere: quello della tua coscienza. Nessun precetto morale era legato solo al precetto. Oggi, per la Curia romana, la legge è assoluta. Non si discute. In questa situazione, qualcuno avrà ben il dovere di "sentire diverso", quando la coscienza glielo impone? La Chiesa muore se nessuno lo fa». Mario Tortello ;* Nella foto sopra: don Gianni Baget-Bozzo, sacerdote politologo A destra: un'immagine di Pio XII
Persone citate: Canestri, Gianni Baget-bozzo, Giovanni Canestri, Mario Tortello, Pacelli, Pio Xii
Luoghi citati: Italia
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