Goveani dà il benservito a Moggi di Claudio Giacchino

Tra presidente e direttore è guerra aperta, l'incontro di oggi può sancire il divorzio Goveani dà il benservito a Moggi TORINO // notaio: tutti i nodi stanno venendo alpettine Anche Casasco e Terraneo in corsa per il posto TORINO. Oggi, con tutta probabilità, finirà la storia di Luciano Moggi al Torino. Il direttore generale e il presidente, tra i due è guerra aperta, s'incontreranno in sede, ed è quasi certo che alla fine del colloquio il «re del mercato» esaudirà il desiderio di Goveani e annuncerà il distacco dal granata. Desiderio di Goveani, abbiamo detto. Subito dopo essere diventato padrone della società granata, il notaio, stupito e spaventato dalle stratosferiche spese di gestione e da quelle altrettanto alte della cosiddetta «corte di Moggi» aveva promesso che in breve sarebbero stati tagliati gli ingaggi più alti e meno giustificabili. Non si può dire che il presidente sia un temporeggiatore: prima ha ridimensionato il moggesco potere, strapotere secondo alcuni, assumendo Giacomo Randazzo e nominandolo suo ministro economico; poi, ha fatto terra bruciata attorno al direttore generale annunciando che a fine giugno verranno lasciati liberi Pavarese (segretario) e Orlandini (capo osservatore) giunti al Torino grazie a Moggi e da lui beneficiati con contratti d'oro (quasi 200 milioni l'anno ciascuno). Pure il medico, dottor Roberto Bianciardi, anch'egli portato da Moggi, sembra alla fine dell'avventura torinista: potrebbe sostituirlo Roberto Campini, il tutore della salute della squadra che Borsano, nel vento di rinnovamento di ogni nuovo padrone, aveva mandato via senza spiegazioni. Questa volontà di far piazza pulita non poteva piacere, naturalmente, al direttore generale: in pubblico Moggi affermava di adeguarsi alla situazione, ribadiva «Rimango qui, ho un contratto sino al 1995». In privato, tutt'altra musica; raccontano di un Moggi furibondo, minaccioso, rimembrante che già nel 1987 era stato mandato via e nel volgere di due campionati la squadra finì in B e rivendicante gran parte di merito per la strepitosa stagione europea del Torino finalista di Coppa Uefa. Pareva che il «re del mercato», al di là delle dichiarazioni ufficiali, intendesse dimettersi appena trovata ima sistemazione di proprio gradimento: adesso, invece, pare che se andrà anche se non si è ancora accasato. Si sussurra che il notaio abbia gli strumenti persuasivi per indurlo a tale passo. Da mesi si vocifera che il direttore ge¬ nerale granata finirà al Napoli: e dalla città partenopea confermano: «Lunedì prossimo Moggi incontrerà Ferlaino che vuole ingaggiarlo di nuovo, ma è perplesso per le reazioni di Bianchi e gli alti costi della corte». Se Moggi va via, chi prenderà il suo posto? Un nome circola con insistenza: Renato Zacearelli. Il «vecchio cuore granata» è general manager all'Alessandria, anzi, meglio dire che lo era: la società grigia sta cambiando proprietario, i nuovi hanno fatto sapere che sostituiranno lo staff dirigenziale. Ma in serata il Toro ha precisato che un ritorno del vecchio Zac come uomo-mercato è da escludere. E allora ecco gli altri nomi che si sussurrano: Maurizio Casasco, predecessore di Moggi nel Toro di Borsano, e Giuliano Terraneo, l'ex portiere granata oggi segretario al Monza. Ieri pomeriggio Goveani è piombato al Filadelfia e per mezzora, ha parlottato con Mondonico. Nell'uscire, l'unica sua dichiarazione: «Credo che tutti i nodi stiano venendo al pettine». Fuor di dubbio che si riferisse al decisivo incontro di oggi con Moggi, auspicato pure da Mondonico: professata stima per il d.g., l'Emiliano ha detto: «Bisogna che si chiariscano, tutte queste incertezze rischiano solo di danneggiarci». Per chiudere, Fusi, stirato al polpaccio, salterà Udine e forse il Milan ma ci sarà per il derby di ritorno di Coppa Italia. Claudio Giacchino Tra presidente e direttore è guerra aperta, l'incontro di oggi può sancire il divorzio Luciano Moggi è dg del Torino dalla primavera di due anni fa

Luoghi citati: Filadelfia, Italia, Torino, Udine