Arbitri quando scioperate?

In Spagna si fermano le giacchette nere, è inspiegabile che non succeda in Italia Arbitri, quando scioperate? In Spagna si fermano le giacchette nere, è inspiegabile che non succeda in Italia SCIOPERANO gli arbitri di serie A, quelli più importanti, quelli nell'occhio del ciclone per la direzione di partite delicate, scioperano perché offesi da critiche troppo violente, simili a insulti dà parte di calciatori, tecnici e dirigenti. La federazione dice che verranno sostituiti da arbitri «minori». La notizia è di ieri ed è vera, ma lo scenario è la Spagna. Soltanto la Spagna, per chi teme che una cosa simile possa accadere anche al nostro calcio. Addirittura la Spagna, per chi la pensava come un Paese dove l'amore per il calcio non ha limiti ed è o dovrebbe essere di forza tale da sovrapporsi ad ogni altra situazione morale o materiale. Il gioco è quello di trasferire l'evento in Italia. Proviamoci, ma prima completiamo la sceneggiatura di quello spagnolo. Gli arbitri sono stati offesi soprattutto dai dirigenti. Il bello è che i presidenti dei tre club in testa al campionato hanno protestato tutti: Real Madrid, Deportavo La Coruna e Barcellona si sono detti, per bocca dei loro massimi rappresentanti, ognuno vittima di una congiura da parte degli arbitri. Quello di La Coruna si è addirittura proclamato al centro di una cospirazione di natura politica, visto che lui è impegnato con un partito di destra e che il governo della Spagna è socialista. E adesso il gioco di spostare la «cosa» in Italia. Da noi i presidenti protestano contro gli arbitri secondo turni rigorosamente prestabiliti. C'è un ingiùstiziometro, tarato a seconda del tipo di squadra, anzi di club. Quando scatta il momento della pretesta, il presidente interviene: ultimamente più in televisione che sui giornali. La domenica dopo di solito riceve qualche favore: ma per automatismo, diremmo, senza malafede. E' un balletto con tempi, ritmi, invenzioni precise. Cosa accadrebbe da noi in caso di sciopero degli arbitri? Prima cosa, ci sarebbero di mezzo pure i giornalisti, sicuramente, anch'essi accusati di insulti: e stupisce che in Spagna non se ne parli (o il giornalista è come un notaio e basta, che si limita a registrare le proteste?). Seconda cosa: quasi sicuramente scatterebbe lo spirito di categoria, nel senso che gli arbitri «minori» ri- SPORTI NE RIA Ben Johnson ha detto, in un'intervista per una televisione italiana, che vorrebbe avere una chance nel nostro football. Garantisce che ci saprebbe fare con il pallone. Considerando tutte le frottole che ha raccontato su se stesso, negando il doping e poi ammettendolo, pensiamo che si confonda: ci sa fare con le palle. fiuterebbero di sostituire gli altri. E dunque sarebbe lo stop del campionato. Con intervento del Coni, cioè del Totocalcio, e del governo. I presidenti, anche quelli potentissimi, verrebbero invitati, se non alle scuse, alla moderazione, al silenzio. Controlleremo gli sviluppi della faccenda in Spagna. Intanto siamo sempre alle prese con il mistero: come mai, in questa Italia di scioperi facili, di corporativismo neanche troppo mascherato, gli arbitri non hanno mai usato e neppure minacciato di usare l'arma dello sciopero, che li porterebbe, molto semplicemente, ad avere tutto ciò che vogliono? Sono santi? Sono nobili? Sono fessi? Sono masochisti? Sono coscienti di avere gravi colpe? Sono semplicemente sportivi? E cosa vuol dire? O non sono ancora stati insultati abbastanza, alla spagnola? Gian Paolo Dimezzano

Persone citate: Ben Johnson, Gian Paolo