Pane latte e cemento prezzi liberi di Giuseppe Guarino
Guarino: cade un simbolo del vecchio dirigismo, ma il ministero vigilerà sul mercato Pane/ latte e cemento; prezzi liberi // Cip abbatte un muro che resisteva dal dopoguerra Guarino: cade un simbolo del vecchio dirigismo, ma il ministero vigilerà sul mercato ROMA. Cadono i muri e da ieri è caduto anche l'ultimo residuo di eredità del dopoguerra sul fronte dei prezzi. Beni primari come pane e latte, ma anche importanti come cemento e concimi, sono ora in vendita a prezzi liberalizzati. L'ultima parola passa dunque al mercato. La decisione è stata presa dalla giunta del Cip, il Comitato interministeriale prezzi, presieduta dal ministro dell'Industria Guarino. I tempi per questa svolta erano maturi, spiega il ministro dell'Industria: «L'insieme dei dati indica che esistono le condizioni necessarie per lasciare alle forze del mercato il processo di formazione del prezzo». Il regime di amministrazione cancellato era giustificabile nel dopoguerra, ricorda Guarino, «quando la scarsa disponibilità di mezzi rendeva l'offerta inadeguata e impediva la libertà di scelta del consumatore». Un colpo di spugna necessario nei confronti «di uno scampolo di politica dirigista». Lo impone il mercato unico europeo con le leggi della concorrenza al cui rispetto presiede l'autorità antitrust. Ma che succede ora per i consumatori? Dal ministero dell'Industria arrivano messaggi tranquillizzanti. Il Cip, comunque, attraverso il proprio osservatorio dei prezzi, continuerà a seguire anche il mercato di pane, latte, cemento e concimi, «intervenendo nel caso in cui vengano registrati aumenti non giustificati e segnalando la situazione all'antitrust». II passaggio dal vecchio al nuovo sistema sarà soft e comunque non automatico. «Gli operatori interessati - avverte infatti il ministero - sono formalmente impegnati a tenere complessivamente fermi i prezzi ancora per un congruo periodo di tempo e ad agire poi con la massima moderazione, operando per creare le condizioni necessarie per una migliore efficienza e trasparenza nei circuiti della produzione e distribuzione dei prodotti». Si farà poi un bilancio di questa sperimentazione e se l'esito sarà positivo toccherà al Cipe, il Comitato interministeriale per la programmazione economica, valutare l'opportunità di revocare definitivamente le direttive, ormai vecchie di alcuni decenni. Quelle leggi da dopoguerra, dalle quali hanno appunto tratto origine i controlli amministrati dei prezzi dei prodotti, ora avviati alla liberalizzazione. Dalle prime reazioni non si rilevano rimpianti per il regime amministrato da parte di imprenditori e commercianti. Anzi, «se ne vada pure in pensione», commentano gli alimentaristi della Confesercenti, convinti che il Cip abbia adottato «una soluzione equilibrata», dopo i rincari nell'ordine del 15% di alcune materie prime necessarie alla lavorazione del pane, come farina, acqua, strutto. Ma c'è anche chi fa notare, come le associazioni di difesa dei consumatori, che il Cip è stato comunque costretto alla svolta di fronte all'attuale caos dei prezzi amministrati per cui un chilo di pane calmierato a Frosinone costava 1200 lire e a Milano 3500 lire. E proprio sul pane lo stesso ministero dell'Industria ha dedicato un capitolo alla vicenda della «rosetta», la tipica pagnotta romana, su cui erano scoppiate le polemiche sui prezzi. «I panificatori romani plaude una nota ministeriale hanno dimostrato disponibilità a tenere i prezzi sotto controllo, andando incontro alle esigenze della popolazione». Ora la classica «rosetta», molto consumata nella capitale, non dovrà costare a Roma più di 2800 lire al chilo. Ma sui rincari del pane si levano le perplessità dell'Unione Consumatori: «Non si capisce perché solo a Roma - obietta Piccali - un aumento del prezzo all'ingrosso della farina di 17 mila lire al quintale, che dovrebbe tradursi in un rincaro di 35 lire su un chilo di pane, tenuto conto che la farina incide solo per il 20 per cento sul prezzo finale, abbia portato invece a lievitazioni oscillanti tra le 400 e le 600 lire». Dubbi e timori di eventuali speculazioni e facili rincari non mancano dunque tra i consumatori, anche se la liberalizzazione dei prezzi di altri beni, come è stato per lo zucchero e la benzina, lascia ben sperare nelle regole del mercato e della concorrenza. Restiamo a vedere. Stefanella Campana Il ministro dell'Industria .Giuseppe Guarino
Persone citate: Stefanella Campana
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