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// mito moderno degli extraterrestri e i naufraghi del socialismo Non chiedete dov'è finita la sinistra RISPONDE O.d.B. GENTILE signor Ottonello, mi rimproverano di essere pessimista perché dal presente che stiamo tutti malamente vivendo non riesco a immaginarmi un futuro ottimistico, ma neppure lei scherza nelle sue previsioni: «In particolare ci attende», dice, infatti, «una formazione politica che, solleticando bassi istinti come razzismo e separatismo, ha raggiunto in breve ragguardevoli livelli di consenso e popolarità, per trasformarsi poi in un più moderato partito al servizio dell'imprenditore medio, colui che recalcitra non poco quando si tratta di concedere il dovuto al dipendente e all'erario. Una domanda che vuole essere una preghiera e un'esortazione alla mobilitazione al tempo stesso conclude il mio intervento: dove è finita la sinistra, perché la vo- Non chdov'èla sin iedete finita istra ce che dovrebbe rivendicare le esigenze dei lavoratori e della collettività in genere è così debole? Distinti saluti...». Gentile signor Ottonello, mentre trascrivevo la sua lettera ho avuto una strana impressione. Ovvero di averla già letta e magari di averle già risposto. Così mi sono fermato un momento e sono andato a rivedermi tutte le lettere a cui ho risposto dalla data della sua lettera in poi. Non ho trovato nulla del genere e allora l'impressione si è concretata nella certezza che una simile lettera l'avrei potuta spedire io a qualche amico, e mi sono un poco spaventato all'idea che per lei che è giovane, per lei di cui potrei essere padre, anzi nonno, valga lo stesso interrogativo che torna a perseguitarmi ogni tanto. Dove è finita la sinistra? Quando un interrogativo del genere si profila, occorrerebbe far finta di non percepirlo, pensare ad altro, perché, ormai, a forza di contraddizioni e giravolte, il pds non può essere considerato più a sinistra del psi che la sinistra l'aveva già abbandonata da tempo e all'opposizione, Rifondazione spartisce l'onere della sua coerenza con il msi. Un panorama singolare. Oreste del Buono Caro signor Oreste, in tempi così difficili, come quelli in cui viviamo, è nostro diritto rallegrarci per la caduta di tanti e tali personaggi, politici e no, che per decenni hanno governato il Paese in modo così spregiudicato e deleterio. Nessuno si illuda però che la corruzione e il malaffare siano stati definitivamente debellati e che le «facce nuove» che andranno a occupare le poltrone liberatesi non ci riserveranno brutte sorprese... Riccardo Ottonello 23 anni, operaio Finale Ligure