IN COLLEGIO A CHIERI

IN COLLEGIO A CHIERI di Scuola a curad IN COLLEGIO A CHIERI A18 anni i problemi erano il pane le ragazze, iforuncoli e il greco ANNO scolastico 1941/42 al liceo Cesare Balbo di Chieri, Franco Gotta (che oggi abita a Torino in via Monterosa 90), diede la maturità in piena guerra. Nato nel 1923, perse il padre a sei anni, la madre a otto, e fini quindi in collegio, prima a Cuorgnè poi a Chieri. Alla liberazione, dopo una breve esperienza in banca, (Banco di Napoli, agenzia di Cuorgnè), vinse un concorso all'Inps dove rimase per 40 anni, fino alla pensione, concludendo la carriera come capo del servizio ispettivo. Sposato nel 1948, ha un figlio, Antonello, insegnante al Conservatorio e direttore dell'Orchestra da Camera di Ivrea. «L'idea della rubrica ha richiamato una folla di ricordi scrive - di una lontana giovinezza, tempi di guerra, entusiasmi e paure dei 18 anni, una cittadina di provincia, Chieri, un antico collegio l'Umberto I, il Liceo Balbo diretto dal prof. Gramaglia. C'era il pane della tessera e tanto appetito, attenuato qualche volta dalla nausea per le prime sigarette fumate di nascosto. «Desiderio di conoscere, e desiderio di vita, con le prime curiosità verso le compagne di scuola. Oggi ci si sposa a 18 anni per separarsi a venti. Di guerra si parlava quando suonava la sirena che ci mandava al rifugio, salvando talora un'interrogazione di matematica. Politica? Direi accettazione di una realtà. Mi creano infatti interrogativi e perplessità gli uomini della mia età che dichiarano, oggi, il loro antifascismo del '40... Quando avevamo diciotto anni e gli unici problemi erano il pane, le ragazze, i foruncoli e... il greco, per chi andava al liceo classico. Nel '45 ero inquadrato nella Todt, organizzazione del lavoro dei tedeschi; avevamo il tesserino bilingue, che permetteva di muoversi e fu soprattutto un sistema per non andare in Germania. Alla fine però, nella primavera del '45, ci fu un rastrellamento con le SS, e il capo ufficio, un certo avvocato De Bonis, ci avvertì del pericolo e riuscimmo a scappare da una finestra. I compagni di scuola della foto erano da sinistra Vergnano, Gotta, Negri (i due inseparabili collegiali), un professore supplente, poi Bossotti, Masera, Fasano, Burruni, Tartara, il preside, Poliedro e Rosso. Tutti nati e residenti a Chieri. Gli unici «estranei» (della terza liceo) erano due che attraversavano il cortile del collegio per entrare in classe al suono della campanella. Dopo d'allora nessuno ha mai pensato di organizzare incontri, programmare pranzi. L'unico compagno che ho rivisto, nel '55, è stato Silvio Masera, che era direttore della Martini e Rossi a Parigi. In occasione di un viaggio andai a trovarlo, con mia moglie, ci scrivemmo qualche volta poi più niente. Ricordo in un vecchio film francese, un attore, forse Jouvet, forse Gabin, che diceva: «Quando ci si incontra tra vecchi compagni di scuola, sembra di avere un mondo di cose da dire, da raccontare, da chiedere... Poi dopo aver detto come va?, si rimane in silenzio». Forse è cosi, e forse è pura curiosità voler conoscere oggi cosa hanno fatto i singoli compagni e amici di un tempo, oppure cosa la vita ha fatto di loro». Se qualche vecchio compagno di scuola vuole mettersi in contatto con il signor Gotta, può telefonare al numero di casa a Torino: 011/286.631.