CHI HA ANCORA PAURA DI VIRGINIA WOOLF?

CHI HA ANCORA PAURA DI VIRGINIA WOOLF? CHI HA ANCORA PAURA DI VIRGINIA WOOLF? A chi ha paura di lei? Il pubblico certamente no, visto che ha da sempre decretato a questo dramma un interesse e un consenso clamorosi. Rappresentatissimo fin dalla sua nascita (nel 1962) ad opera dello scrittore statunitense Edward Albee, «Chi ha paura di Virginia Woolf?» approda al Teatro Colosseo dal 16 al 25 marzo. L'allestimento è quello del regista Franco Però, che già nel novembre scorso aveva inaugurato la stagione del Teatro Don Bosco di Rivoli. In palcoscenico due «big» delle scena, Marina Malfatti e Corrado Pani (foto). Vestono i panni di Martha e George, la coppia di coniugi di mezza età che sullo schermo cinematografico furono impersonati da un'altra famosa coppia di star: Liz Taylor e Richard Burton. Proprio qualche settimana fa l'attrice americana, in un'intervista, affermò: «Avrei dovu¬ to prendere l'Oscar per quell'interpretazione, che non era davvero facile». Malfatti e Pani saranno affiancati da Claudio Puglisi e Elisabetta Cavallotti nei ruoli di Nick e Honey, l'altra coppia più giovane - della storia, coinvolta nella crudele notte delle vergogne rinfacciate, degli oscuri sensi di colpa e delle verità svelate. Il «lupo cattivo», nell'opera che Albe e scrisse all'età dì 34 anni, non è altro che la realtà. In una serata di aggressioni e di incubi interiori, tenuta in vita dall'ironia, cadono ad una ad una tutte le illusioni dei quattro personaggi. Nella sofferenza, nell'autoanalisi, nella discesa «infernale» dentro il proprio «Io», le due coppie conquistano, con dolore, una nuova, forte coscienza di sé. La paura della verità, della realtà. Un timore che Marina Malfatti non sembra avere. «Amo stare sulle barricate», di¬ ceva tempo fa l'attrice in un'intervista. E aggiungeva, proprio a proposito della realtà (ma non quella interione, quella «italiana»): «Il teatro riflette il malcostume nazionale. Mi dà fastidio la sua burocrazia, mi dispiace che venga considerato l'ultima ruota del carro. Perché deve venire dopo il cinema e la tv?». E si appellava a un ipotetico «Signore del Teatro»: «Se esistesse gli chiederei di non abbandonare i giovani, di non penalizzare i gruppi di ricerca, di dare più peso alla professionalità». «Quando ho incominciato a lavorare io - spiegava la Malfatti - c'era un'altra dimensione, sapevamo che i più bravi ce l'avrebbero fatta. Oggi questa fiducia non esiste più. Il teatro può diventare un mestiere come gli altri. E' una cosa che immalinconisce. Peccato che il Signore del Teatro non esista...». Cristina Caccia

Luoghi citati: Rivoli