CARIGNANO«TROILO E CRESSIDA», LA SPORCA GUERRA

CARIGNANO«TROILO E CRESSIDA», LA SPORCA GUERRA CARIGNANO«TROILO E CRESSIDA», LA SPORCA GUERRA TROILO e Cressida» è a più lungo testo shakespeariano, cosi ricco di personaggi (se ne contano circa ima trentina) da scoraggiare, nell'attuale sistema teatrale italiano, qualsiasi messinscena. In passato fu affrontato in modo memorabile da due grandi registi, nel 1949 da Luchino Visconti che ambientò la tragicommedia nel giardino di Boboli riunendo in compagnia tutti i più grandi attori dell'epoca; negli anni Sessanta da Luigi Squarzina che curiosamente collocò l'azione in un bagno turco. Oggi si cimenta nell'impresa non priva di insidie Giancarlo Cobelli, e il pubblico torinese potrà assistere allo spettacolo da lui diretto, a partire da martedì 16 marzo, al Teatro Carignano. In questa edizione, Cobelli ha curato oltre alla regia anche la drammaturgia, adattando liberamente il testo shakespeariano tradotto da Enrico Grappali. L'allestimento di «Trailo e Cressida» nasce da un laboratorio durato due mesi che il regista ha condotto con un gruppo di giovani attori; il primo mese è stato dedicato ali esecuzione di esercitazioni drammaturgiche guidate da Cobelli, nel secondo invece sono iniziate le prove vere e proprie in teatro. Il testo di Shakespeare è stato notevolmente alleggerito e ridotto alle azioni principali, cercando di rendere in clima e sottotesto il gran numero di battute tagliate. Resta la vicenda amorosa, durante la guerra di Troia, tra Trailo, il figlio più giovane di Priamo, e Cressida, figlia dell'indovino Calcante; restano gli eroi achei e troiani, con gesta che non hanno più nulla di eroico. Grotteschi gli uni quanto gli altri, i greci sono energumeni sanguinari e osceni, i troiani interpretano il loro decadimento politico e morale in una lascivia dissoluta e imbelle. Il duello tra Achille ed Ettore avviene, ma la morte del secondo è solo il risultato di una vile imboscata; Achille, tronfio e vanitoso, preferisce stare nell'accampamento e trastullarsi con Patroclo invece di combattere con lealtà. La guerra è solo una sporca vicenda in mano a ruffiani che commerciano in carne umana. La scena, pensata da Paolo Tommasi, è schematica e lineare. E' l'immagine di un vuoto totale agito dagli attori e animato da giochi luminosi direzionati verso due spazi contrapposti: l'alto, ovvero la città, e il basso, cioè il campo greco, il campo di battaglia. Inevitabilmente numerosi gli attori tra cui: Rino Cassano, Giuseppe Calcagno, Mauro Mandolini, Antonello Scarano, Ignazio Baglio, Giampiero Ciccio, Bruno Bilotta, David Sebasti (nella foto), Giovanna Magliona, Elena Ghiaurov. Militili ■ ^Miilin