Il Gabibbo difende la Nutella

Il Gabibbo difende la Nutella Il Gabibbo difende la Nutella SEMIO Reverendo dottor Ferdinando Camon, nel numero scorso di Tuttolibri, parlando della Festa del Libro Lei angosciato si domandava: «Cos'è quel Gabibbo ohe ingoia libri come brioches, dando l'idea della libreria come supermercato di alimentari, e del libro come Nutella, biscotto, yogurt, che lo mangi, lo elimini ed è finita?». Io sono «quel Gabibbo» ed intendo gentilmente risponderLe. Tralascio le considerazioni sulla Sua bizzarra conoscenza del processo digestivo, che per Lei non contempla l'assimilazione, per dir Le anzitutto che il mio ingoiare libri era solo e semplicemente una malizia retorica: un gioco con l'iperbole del divoratore di libri, un risvegliare la metafora assopita del topo di biblioteca. In secondo luogo voglio affermare che per me c'è più cultura in un vasetto di Nutella, che nell'80% dei libri giacenti (e dico giacenti perché trattasi di salme) in una qualsiasi mitica libreria. Mi riconoscerà almeno che non ho contribuito all'aumento di questa immondizia, ma con coscienza ecologica, nonostante le pressioni di alcuni grandi editori, ho rifiutato di scrivere o di farmi scrivere «Le avventure del Gabibbo», «I proverbiali detti del Gabibbo» età, etc. L'astensione, praticata nella sfera culturale piuttosto che in quella sessuale, sarebbe senz'altro una profilassi efficace, non certo per l'immuno-deficienza, ma per la deficienza dilagante. Falsissimo poi che io abbia snocciolato «tutta la classifica dei best-seller correnti»; anzi, dei libri che ho presentato, solo uno era nella classifica dei più venduti. Può far controllare dal Suo commercialista. Vorrei <«iy;}ip tranquillizzar La per quanto riguarda le altre questioni che Ella poneva: «Per vendere i libri, bisogna proprio svenderli? La festa del libro è anche il suo funerale?». Penso che senz'altro ci sarà stata la naturale traslazione di libri-salma e la loro tumulazione in biblioteche di famiglia, ma ricordo anche, e ci tengo ad informarla, che nel lontano 1979 venni in possesso del Suo «Un altare per la madre», proprio grazie a un'offerta del tipo «Prendi 45 paghi 1» fatta da quella specie di catena di Sant'Antonio che era una volta il Club degli Editori. Caro Ferdinando, lascia che a questo punto ci si dia del «tu», forse ti faccio angoscia perché sono un orrendo, berciante e ambiguo pupazzone, forse la mia recitazione che mira poco all'empatia è troppo brechtiana, forse ti ricordo Milva da giovane, forse un amore non corrisposto, forse sei un fan di Topo Gigio, ma credimi ti manca la distanza per un giudizio sereno. L'altro giorno mi ha visto Bernard Pivot, reduce dall'incontro con un gruppo di intellettuali da lui definiti «maschere della commedia dell'arte italiana». Ebbene, a lui sano sembrato il più umano. Il

Persone citate: Bernard Pivot, Caro Ferdinando, Ferdinando Camon, Festa, Reverendo, Topo Gigio

Luoghi citati: Sant'antonio