L'amore, antidoto al medico di Marina Verna

L'amore, antidoto al medico Ricerca americana: le coppie felici hanno bisogno di meno cure L'amore, antidoto al medico Giorni di malattia doppi per i single rispetto a chi ha un matrimonio roseo I coniugi che vanno molto d'accordo invecchiando tendono a somigliarsi La felicità coniugale? E' avere la stessa ruga intorno agli occhi, la stessa piega intorno alla bocca, lo stesso modo di inclinare la testa e muovere le mani. Essere così simili da sembrare fratello e sorella, più che marito e moglie. E così arzilli da aver poco bisogno del medico - assai meno dei malmaritati, per non parlare dei vedovi e dei divorziati. Non si nasce così, ovviamente. L'accordo è una lenta costruzione che deposita sul corpo le sue tracce, esattamente come il disaccordo. Secondo il professor Robert B. Zajonc dell'Università del Michigan, i coniugi che si intendono bene sorridono, ammiccano, si sdegnano insieme. E si copiano l'un l'altro le espressioni del viso. Con il risultato che le rughe prendono direzioni analoghe, costruendo nei decenni due volti paralleli, profondamente diversi da quelli d'origine. Per provare la sua tesi, il professor Zajong ha sottoposto ai suoi studenti di psicolo¬ gia una trentina di foto di uomini e donne ritratti in due momenti diversi della loro vita: subito dopo il matrimonio, intorno ai 25 anni, e ai festeggiamenti per le nozze d'argento. Gli studenti avrebbero dovuto accoppiarle nel modo corretto. Né il loro naso né gli studi psicologici li hanno aiutati a far bene gli assemblaggi giovanili: gli accoppiamenti azzeccati erano assolutamente casuali. Con le coppie attempate, invece, le cose sono andate decisamente meglio: la somiglianza fisica si è rivelata un metodo più affidabile dell'intuito o della scommessa. Dunque, l'amore non cambia solo la vita di chi lo incontra, anche il volto. Ma c'è di più. Un'altra ricerca, condotta alla Columbia University, ha dimostrato che il matrimonio soddisfacente porta con sé poche visite dal medico (una media di 5,4 all'anno) e pochi giorni rovinati o compromessi dalla malattia (20,2 all'anno). Chi vive solo, invece, va dal dottore almeno sette volte l'anno e si sente malato una quarantina di giorni nell'arco di dodici mesi. Chi vive in coppia ma si sente infelice si colloca esattamente a metà di questa «rivoluzionaria» statistica. Un'altra misura dello stato di salute del matrimonio, spesso utilizzata negli studi psicologici, è la «prova della sedia». Banale ma utile a dare una vernice scientifica alle pure osservazioni, dato che permette di mettere in fila una serie di numeri. In che cosa consiste? I coniugi vengono introdotti in una stanza arredata con due sedie: a che distanza le metteranno prima di sedersi? Quanto più sono lontane, tanto più problematico è il rapporto. E ancora: quando si incontrano, di quanto si avvicinano per parlarsi? La felicità domestica, concludono i ricercatori, è anche starsi fra i piedi. Chi l'avrebbe mai detto. Marina Verna

Persone citate: Giorni

Luoghi citati: Michigan