Pechino all'attacco della Perfida Albione
Pechino all'attacco della Perfida Albione CINA Aperta l'Assemblea del Popolo, il leader del partito comunista Jiang Zemin eletto capo dello Stato Pechino all'attacco della Perfida Albione «La Gran Bretagna viola i trattati, giù le mani da Hong Kong» PECHINO DAL NOSTRO INVIATO Fallito in campo economico, il comunismo cinese riafferma il predominio politico interno, rinnovando per i prossimi cinque anni alcune facce, ma concentrando nei suoi esponenti le maggiori cariche di Stato con la legittimazione della nuova assemblea del popolo, riunitasi ieri per la sua prima sessione annuale che si concluderà il 31 marzo. Sul piano esterno ribadisce la crescente potenza politica economica e militare del Paese con un forte attacco alla Gran Bretagna su Hong Kong, lanciato in apertura dei lavori davanti ai 2997 deputati dal premier Li Peng, che parlando dei rapporti internazionali ha ammonito gli Usa e non ha neanche degnato l'Europa di una menzione. Accusando Londra di sabotaggio e ingerenza negli affari interni, il premier ha detto a Major di mollare Chris Patten, il governatore di Hong Kong Che ha suscitato le ire di Pechino con progetti di democratizzare le istituzioni della colonia prima che torni alla Cina nel '97. Non è il primo attacco a Londra su questo tema. Ma ieri è venuto dalla tribuna più alta nell'occasione più solenne, col monito a «non mettere in pericolo il sacro diritto della Cina a riprendersi la sovranità su Hong Kong il 1° luglio '97». Alle parole di Li Peng, la Borsa a Hong Kong è crollata del 6%. Secondo l'interpretazione cinese degli accordi dell'84, Hong Kong dovrebbe avere nel '95 un'assemblea legislativa in cui solo un terzo sarà eletto a suffragio universale, il resto da esponenti di associazioni professionali. Il progetto di Patten prevede invece che un altro terzo sia a elezione diretta. Accusando il governatore di violare gli accordi «unilateral¬ mente e con perfidia, col sostegno del governo di Londra», allo scopo di «creare disordini e impedire il pacifico trasferimento dei poteri», Li Peng ha indicato che l'unica soluzione per Major sarebbe mollare Patten e tornare all'intesa con Pechino. Col rinnovamento dei vertici esce di scena il capo dello Stato, Yang Shangkun, 84 anni, maggior sostenitore con Li Peng della linea dura per la Tienanmen. Lo sostituirà Jiang Zemin, 67 anni, attuale boss del partito, che accentrerà in sé le due cariche, oltre al comando delle forze armate. Tema dominante dell'assemblea appena scaduta, apertasi nell'88, era stata la separazione dei poteri fra Stato e partito. Ciò è ora rovesciato, mentre Li Peng sarà confermato per altri 5 anni. Nelle lotte interne Deng Xiaoping, 88 anni, architetto del rinnovamento, privo di cariche ma deputato in rappresentanza dei miliiari, avendo piazzato perso¬ nalità riformiste ad alti livelli e assicuratosi la fedeltà dell'armata, ha dovuto accettare questa soluzione che permette due obiettivi: ridurre Li Peng, macchiato dalla Tiananmen, e alzare, con la carica di capo dello Stato, quella di Jiang Zemin. Quale boss di partito Jiang avrebbe pochi contatti esterni; quale capo anche dello Stato, non direttamente coinvolto nella Tienanmen, avrà normali rapporti internazionali rafforzandosi in un sistema in cui proprio perché incolore è punto di equilibrio. Tale concentrazione di potere, in passato, è però durata poco. Jiang e Li, comunque, si sono adeguati alla linea di Deng su riforme e apertura. Col rapporto di ieri sui successi dell'economia, Li Peng pare già essersi adeguato a ruoli ridotti. Ha rinunciato a accenti politici e ideologici, con un un solo richiamo al marxismo. Fernando Mozzetti
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