LETTERA

LETTERA LETTERA CARO direttore, leggo che Alberto Staterà domanda a Segni come egli valuti il fatto che io lo abbia definito «un pericoloso conservatore»; e Segni rinuncia a capire. Sennonché io non ho mai definito Segni in questo modo. Mai. Né lo penso. Ho tenuto una relazione alla direzione del pds per proporre di votare sì ai referendum e per motivare questa scelta. E' stata pubblicata su l'Unità di sabato scorso. Mi pare di non avere neppure nominato Mario Segni. Certamente noi ci sforziamo di indicare le nostre ragioni per il sì. Che sono le ragioni di un partito di sinistra il quale ritiene che un nuovo sistema elettorale possa favorire una convergenza di forze progressiste intorno ad un programma e a candidati comuni per una alternativa di governo. Non mi pare un'idea così stravagante. In fondo accade così nelle grandi democrazie europee. Oppure si ritiene che la sinistra - sia pure rinnovata nelle sue idee, nei programmi e nelle forme di organizzazione - non abbia diritto ad esistere? Se si pensa questo lo si dica; ma, Lei capirà, noi non potremmo essere d'accordo. Cordiali saluti Massimo D'Alema

Persone citate: Alberto Staterà, Lettera, Mario Segni, Massimo D'alema

Luoghi citati: Segni