Un altro colpo alla maggioranza

Un altro colpo alla maggioranza Oggi alla Camera Amato replica alle opposizioni sulla questione morale Un altro colpo alla maggioranza E i liberali hanno voglia di lasciare il governo ROMA. Scalfaro abbrevia la visita ufficiale a Piacenza per «impegni improrogabili» a Roma ed ecco che scatta il ciclico allarme sui destini del governo e della legislatura. Si è ipotizzato un incontro urgente con Amato. Ma il presidente del Consiglio, appena rientrato da Londra, è andato all'Assemblea socialista. Forse è vero, come precisano dal Quirinale, che il dimezzamento della visita era già previsto da alcuni giorni, ma di certo queste non sono ore da normale amministrazione, scandite come sono dal rincorrersi di voci allarmate ed allarmiste su nuovi e clamorosi avvisi di reato in gestazione. Oggi il governo Amato torna a confrontarsi con la Camera dei deputati sulla «questione morale» e lo fa in una posizione ancora più difficile della settimana scorsa. L'implacabile meccanismo delle indagini su Tangentopoli ha infatti «silurato» un altro segretario della maggioranza proprio alla vigilia della seduta a Montecitorio. Dopo Craxi e Vizzini, ora è la volta del segretario liberale Altissimo a essere destinatario di un avviso di garanzia, e con lui anche l'ex segretario del psdi, Cariglia. Sarà un caso, ma l'avviso ad Altissimo costringe Amato ad affrontare oggi la prevedibile offensiva delle opposizioni con una maggioranza praticamente decapitata. Resiste ancora M art ina zzoli, il quale ha però sulle spalle il peso del pacco di avvisi e di auto- rizzazioni a procedere destinate al segretario amministrativo della de. La nuova offensiva dei magistrati milanesi potrà essere usata oggi da Rete, Rifondazione comunista e missini (che scatenarono la gazzarra del Senato) per avvalorare la loro richiesta di elezioni anticipate subito. In modo da non tenere i referendum fissati per il 18 aprile ed evitare la successiva approvazione di una riforma elettorale uninominale maggioritaria anche per la Camera, che avrebbe come conseguenza prevedibile la penalizzazione o la scomparsa dei piccoli partiti. Il timore di eventi che potrebbero giustificare la prematura fi¬ ne della legislatura pare diventato particolarmente pressante per Scalfaro, in queste ore. Con parole quanto mai chiare, il Presidente della Repubblica ha assicurato a Piacenza che nulla può ormai bloccare la marcia verso il voto del 18 aprile, «data di enorme rilievo». Il che equivale a dire che anche se cascasse oggi il governo Amato, per qualsivoglia motivo, lui le Camere non le scioglierebbe ma lascerebbe svolgere la campagna per i referendum. Un chiaro avviso a Rete, Rifondazione e missini i quali ultimi, ancora ieri, mandavano a dire a Scalfaro che «deve decidersi». Ma Scalfaro ha parlato, in modo abbastanza trasparente, anche ai magistrati invitandoli a misurare le proprie azioni badando anche alle «ripercussioni che vanno sull'intero tessuto sociale». Un passo impegnativo che potrebbe essere stato fatto sull'onda delle voci incontrollabili che si inseguono tra Milano e Roma in una rincorsa che pare spingere obbiettivamente verso le elezioni anticipate. Con queste premesse, la seduta di oggi alla Camera diventa di estrema importanza. Si comincia alle 9,30 per concludere il dibattito; si prevede la replica di Amato vero le 12. Seguirà poi il voto sulle mozioni dei vari partiti con i suggerimenti per far guarire i partiti dal «mal di tangente». Invano i socialisti hanno chiesto a pds e re¬ pubblicani di approvare una mozione comune. Hanno ricevuto un netto diniego e dovranno rassegnarsi alla sola compagnia di de, psdi e pli. Non è previsto un voto di fiducia, a meno che non lo sollecitino le opposizioni. Pidiessini e repubblicani, però, pur volendo che Amato lasci Palazzo Chigi desiderano che si tengano i referendum del 18 aprile e si realizzi la riforma elettorale. Quindi, oggi, non dovrebbero infierire. Rimane da vedere quali saranno gli umori dei liberali, già tentati di lasciare il governo, ora che i magistrati di Milano hanno tirato in ballo anche il loro segretario. Alberto Rapi sarda Il segretario della de (nella foto qui accanto) Mino Martinazzoli e (sopra) il segretario del pds Achille Occhetto

Luoghi citati: Londra, Milano, Piacenza, Roma