Aria di smobilitazione negli ambulatori Usl

Aria di smobilitazione negli ambulatori Usl Conseguenze della riforma sanitaria Aria di smobilitazione negli ambulatori Usl Gli specialisti tornano negli ospedali Annunciata la chiusura di alcune sedi Tira una brutta aria nei 76 ambulatori pubblici di Torino e provincia. Aria di crisi e di smobilitazione, di traslochi imminenti e di probabili chiusure. In via San Francesco da Paola, Usi 1, la chiusura è già stata annunciata ufficialmente: i medici specialisti che vi operavano hanno dovuto accettare il trasferimento in una delle due strutture territoriali, in via San Secondo o in via Bertola. Il caso non è isolato. Su altri ambulatori decentrati soffia il vento della ristrutturazione dell'ex ministro De Lorenzo. Alcuni esempi? Circolano voci sinistre sulle strutture di via Benevagienna e via Nizza: scommettere sul loro futuro oggi sarebbe come accettare una puntata a poker avendo in mano una coppia di sei. Che cosa succede? Per capirlo, bisogna leggere attentamente il testo della legge di riforma sanitaria approvata dal Parlamento. Quel provvedimento, il professor Roberto Del Boca, segretario regionale del sindacato unico di medicina ambulatoriale, se l'è studiato a fondo nelle ultime settimane. Conclusione: «E' pazzesco. Non è stata rinnovata la convenzione con i medici specialisti. Negli ambulatori l'attività continua, ma in un'atmosfera di grande incertezza: la legge dice semplicemente che entro il '95 saranno fissate le nuove norme del rapporto "concorrenziale" tra pubblico e pri¬ vato. Intanto, molti hanno già lasciato il posto per il contratto in ospedale e c'è da giurare che altri se ne andranno alla prima occasione». Prevedibili, secondo il sindacato di categoria, i risultati: con gli ambulatori, entrerà in crisi un intero sistema basato sul decentramento dell'assistenza e sul rapporto diretto medico-paziente. Gli ospedali subiranno un aumento di ricoveri e di richieste di visite e analisi. «Per sottoporsi ai controlli di carattere generale la gente tornerà a occupare letti, con i costi di degenza che tutti conosciamo: dalle 400 alle 800 mila lire il giorno», sottolinea Del Boca. E aggiunge un dato significativo: mediamente, negli ambulatori di Torino e provincia venivano visitate 2 milioni di persone ogni anno. Grossi disagi ricadranno anche sui medici. Spiegano Fernando Muià e Maria Teresa Moschini, consiglieri del sindacato specialisti ambulatoriali: «Il nostro inquadramento è molto particolare. Abbiamo un contratto di lavoro cosiddetto "parasubordinato". In pratica significa che abbiamo un rapporto esclusivo con il servizio sanitario, a maggio presentiamo il "101" ma paghiamo la tassa sulla salute. Con il mancato rinnovo della convenzione non sappiamo come saremo considerati». Gianni Armand-Pilon

Persone citate: De Lorenzo, Del Boca, Fernando Muià, Gianni Armand-pilon, Maria Teresa Moschini, Roberto Del Boca

Luoghi citati: Torino