Preso l'armiere dei bracconieri

Preso l'armiere dei bracconieri A Locana, super-esperto nella caccia di frodo al Gran Paradiso Preso l'armiere dei bracconieri Una santabarbara in cantina Era l'armiere dei bracconieri del Parco nazionale del Gran Paradiso: un vero e proprio esperto nella caccia di frodo a camosci e stambecchi. La sua carriera è, però, finita per la troppa disinvoltura con la quale s'occupava di fucili e pistole. L'altra sera i carabinieri di Locana lo hanno, infatti, arrestato per detenzione abusiva di armi da fuoco e importazione illegale d'arma. Ora Sergio Magnino, 48 anni, è richiuso in carcere a Ivrea a disposizione del magistrato. Ai giudici dovrà spiegare da dove arrivano quei 22 fucili, 19 pistole e qualche migliaio di pallottole scoperte in uno scantinato della sua abitazione in frazione Roncaglie 13 a Locana. A lui i militari del brigadiere Minutolo sono arrivati dopo aver trovato una serie di trappole per la caccia di frodo nel territorio del Parco. Tra queste un fucile fissato su una lastra d'acciaio e con il meccanismo di fuoco collegato ad una cordicella che, se urtata, avrebbe fatto scattare il grilletto. Un'arma micidiale, in grado di uccidere anche un uomo. Sergio Magnino, operaio della ditta Mattioda con precedenti per caccia abusiva nel Parco del Gran Paradiso, è stato tenuto per diverse settimane sotto controllo. Il continuo via vai di persone, soprattutto nel periodo di apertura della caccia, ha confermato i sospetti dei militari che, l'altra sera, hanno fatto irruzione nella casa. Nel seminterrato è stata scoperto il magazzino delle armi: una vera e propria santabarbara con tanto di recipienti colmi di polvere nera, con cui venivano preparati i proiettili speciali e armi in quantità, tra cui una pistola Thomson calibro 44 con mirino a puntamento elettronico e silenziatore, importata abusivamente. «Sono un collezionista» ha cercato di giustificarsi Magnino: «Questo materiale fa parte della mia raccolta». In un altro locale della casa è stata, invece, ritrovata l'attrezzatura utilizzata per riparare le armi: una sorta di officina abusiva dove l'uomo rimetteva a nuovo fucili e pistole, smontando pezzi da armi ormai inutilizzate. La fama di bracconiere, di grande conoscitore del Parco del Gran Paradiso, Sergio Magnino se l'era fatta appena ventenne. Anche allora, però, la sua passione per la caccia di frodo lo aveva tradito. Un anno più tardi, nel giugno del 1965, invece, venne arrestato per il tentato omicidio di un guardia parco. Un anno più tardi, in appello, fu prosciolto dall'accusa. Da allora Sergio Magnino guai con la giustizia non ne ha più avuti, ma non ha mai dimenticato la sua antica passione. Da cacciatore, è diventato esperto di armi: forse il maggiore della zona, quello a cui affidarsi per comperare o far riparare o inventare trappole sempre nuove e sempre più micidiali. Gli accertamenti dei carabinieri di Locana non lasciano dubbi: la fama di Magnino si è consolidata negli anni, tanto che a lui, in questi ultimi tempi, si sarebbero rivolti anche cacciatori provenienti da fuori regione. Lodovico Potette Si rivolgevano a lui i predatori di stambecchi e camosci Il bracconiere Sergio Magnino arrestato dai carabinieri di Ivrea: nella foto grande le armi ritrovate nella casa di Locana

Luoghi citati: Ivrea, Locana, Roncaglie