«Pierino e il lupo» canta David Bowie

«Pierino e il lupo» canta David Bowie EI seduto, e leggi questo giornale. D'improvviso risuona una nota di pianoforte. Questa basta a modificare l'atmosfera dell'ambiente, dimostrando che l'elemento sonoro della musica è un agente potente e misterioso che non si può minimizzare. Il compositore moderno Aaron Copland, nel suo saggio «Come ascoltare la musica», sostiene che sono tre piani differenti di ascolto: quello sensitivo, quello espressivo e quello puramente musicale. Dal cuore ai cuori. E c'è chi ha cercato di arrivare ai cuori più puri, quelli dei bambini, raccontando una favola in forma di musica. Impresa difficile, ma che è riuscita davvero bene a Sergei Prokofiev con «Pierino e il lupo». La composizione è un espediente didattico e pedagogico ottimamente riuscito: far riconoscere gli strumenti dell'orchestra abbinandoli ai personaggi e alla vicenda narrata. La voce brillante, vivace, colma di gioia dell'uccellino è il flauto; il timbro nasale, goffo, debole dell'anitra è l'oboe; mentre il contrabbasso presta la sua voce brontolona al nonno bonario. Prokofiev realizzò questa sua popolare opera nel 1936, su richiesta del direttore del Teatro per l'infanzia di Mosca. Ma c'è anche una seconda lettura di «Pierino e il lupo», ovvero una graffiante e ironica satira sulla situazione politica sovietica del momento. In quest'opera, che prevede un'importante parte per voce recitante, si sono misurati numerosi attori famosi. Ora ritorna una versione interpretata nel 1972 da David Bowie, di cui sta per uscire il nuovo album solista «Black tie white noise». In «Pierino e il lupo» (Rca-Bmg Ariola, 1 ed) Bowie inizia con un po' di impaccio. Poi si scioglie e dà spessore alla sua interpretazione. L'attore Bowie non è mai stato gran cosa al di fuori delle sue performance rock. Ben altro peso ha la parte musicale svolta con grande espressività dalla Philadelphia Orchestra diretta da Eugene Ormandy. Altra versione dell'invenzione di Prokofiev la offre Paolo Poli con l'Ort-Orchestra della Toscana guidata da Alessandro Finzauti (Caroman-PUz, 1 ed), giovane direttore molto bravo nel dosare la teatralità della musica. Ahimè, Poli però risulta freddo, fuori tono, stonato affabulatore. Fra le migliori interpretazioni contemporanee va ricordata la bellissima I terp I va prova offerta da Roberto Benigni, insieme con Abbado (Deutsche Grammophon), simpatica, ricca di espressioni e creatività. Ma i due dischi di Bowie e Poli sono interessanti per le altre proposte che contengono. In quello di Bowie, Ormandy regala bellissimi momenti con l'opera'di Benjamin Britten «Young person's guide to the orchestra» e la sinfonica Suite dello Schiaccianoci di Ciaikovskij. Nella prima, con abilità, si passano in rassegna le tonalità e i ruoli degli strumenti orchestrali (legni, ottoni, percussioni, clarinetti, ecc.) e i tempi di esecuzione. Nella seconda si compie un viaggio negli stili, dalla focosa danza russa, a quella sinuosa araba, ai mosaici di quella cinese, fino al famoso «Valzer dei fiori». Paolo Poli invece ha il merito di riproporre un'altra opera musicale per bambini: la «Storia di Babar l'elefantino» di Francis Poulenc, simpatiche avventure fra città e foresta del cucciolo del più grande animale della Terra. Questa suite ironica, aggraziata e sognante, è forse una delle più felici composizioni di Poulenc. E pensare che ha resistito cinque anni prima di realizzarla, ma poi si è divertito a calarsi in questo mondo infantile. E non è diffide accorgersene. Ancora una segnalazione in questo settore di musica e infanzia. Con «La foresta incantata» (Ricordi, 1 ed) il giovane compositore Marco Di Bari ha musicato sette fiabe abruzzesi estrapolate dalla ben più corposa, straordinaria, raccolta operata da Italo Calvino sul patrimonio nazionale. La voce recitante è quella calda e dolce di Riccardo Cucciolla. Le musiche sono frutto di una ricerca tra le tradizioni abruzzesi. Un lavoro raffinato che però soffre di un troppo netto distacco tra la parte narrativa e quella compositiva Alessandro Rosa «Pierino e il lupo» canta David Bowie I DISCHI

Luoghi citati: Mosca, Poli, Toscana