Ecco i boy-scout della Rivoluzione di Michele Santoro
Ecco i boy-scout della Rivoluzione I «maoisti» di Firenze nei diari tenuti vent'anni fa da un militante di «Azione proletaria» Ecco i boy-scout della Rivoluzione «Potere operaio è gente deviata. Lotta continua: che verbosi!» JFIRENZE MARCORD gruppettaro: come eravamo poveri, velleitari, fumosi e litigiosi. Un ex rivoluzionario fiorentino, Vincenzo Simoni, ha raccolto in un volumetto gli appunti delle sue agende degli anni 1971 e 1972. Memorie frammentarie e impressionistiche che escono, presso l'editore Ponte alle Grazie, sotto il titolo Prima del piombo. Vale a dire: prima che la lotta armata annichilisse le voglie giovanili di fare politica. E' un libro curioso, anche istruttivo, perché documenta dal vivo, senza mediazioni successive, alcuni aspetti della «sinistra extraparlamentare», visti attraverso una delle formazioni più piccole: il gruppo di Azione proletaria di Firenze, di cui Vincenzo Simoni, istriano d'origine, fiorentino di adozione, faceva parte (oggi è un rappresentante dei Verdi al Consiglio comunale di Firenze). E' un'immagine un po' inedita del mondo dei gruppuscoli o dei gruppettari, come lo definivano, con una punta di spregio, i «compagni» del pei. Quell'arcipelago, come si sa, tra la fine degli Anni Sessanta e l'inizio degli Anni Settanta era enorme e molto articolato: Potere operaio o Potop, Lotta continua o Le, Quarta internazionale, Lotta comunista, e via enumerando fino ai due opposti raggruppamenti dell'oceano maoista, in cui veleggiò anche Michele Santoro, l'Unione dei marxisti- leninisti e il Partito comunista «m-1». Ma i militanti fiorentini di Azione proletaria, «non-leninisti, vagamente luxemburghiani, anti-partito, consiliari, federalisti», hanno un'aria più da boy-scout che da rivoluzionari: la loro sovversione ha qualcosa di domestico, di casalingo, è un piccolo mondo all'italiana, proprio come quello del felliniano Amarcord. Nelle agendine di Simoni vengono a galla soprattutto tre caratteri, che riverberano la loro luce imprevista un po' su tutti i comportamenti e rituali della sinistra extraparlamentare. Primo, il linguaggio. «Massa» era il vocabolo chiave. Era, per l'esattezza - scrive Simoni - «l'elemento qualificante e discriminante». Tutto doveva essere di massa, in primo luogo 1'«organismo», lo «strumento», il «programma» e il «movimento», pena il fallimento di qualsiasi idea, progetto o azione, perché le «avanguardie» sarebbero rimaste inevitabilmente «isolate». Il che avrebbe voluto dire cadere nell'«awenturismo». Secondo, il velleitarismo. Quasi subito, il gruppo punta sulle medie superiori. Fare politica con i giovani studenti è più agevole che con gli operai delle fabbriche. Relazioni e dibattiti dai titoli impegnativi. Documenti come «Bozza per un saggio sulla Didattica per la Rivoluzione». Si mette in programma un controcorso scolastico «sulla scuola in Cina dopo Mao». Serie di riunioni per fare un giornale, con Potop e Le. Gli accordi falliscono, dopo un anno si esce in proprio. Nota di Simoni: «Abbiamo venduto 600 copie del giornale. Vuol dire orientare parecchi compagni». Terzo, i conflitti. Principalmente con Potere operaio del malvisto Oreste Scalzone. Qual era la colpa dei potoppini? Nessuna teoria marxianamente fondata: «Febbraio 1971. Si sottovaluta il lavoro teorico: lo studio. Difficoltà serie di organizzare qualcosa. C'è sempre qualcuno che disfa in anticipo. Gente deviata, con poco buon senso, come quelli di Potere operaio. Perché questo? Rincorrono delle fantasie rivoluzionarie...». Neppure Lotta continua era tanto amata: «Il loro maggior difetto, che disorienta i compagni, è il verbalismo. In questo pari a Potere Operaio. Usano frasi d'effetto, sulla violenza necessaria, senza alcun seguito. Purtroppo non basta il Maggio delle fragili barricate del Quartiere Latino! Ci vuole il freddo e violento Ottobre». Ma quando l'Ottobre arriva veramente, travolge tutto. La fine di Giangiacomo Feltrinelli è annotata il 15 marzo: senza commenti. Il 17 maggio ecco una nota sull'assassinio del commissario Luigi Calabresi: «Indicato da tutta l'informazione di sinistra come il responsabile della morte dell'anarchico Pinelli». Sono arrivati gli anni del piombo. Alberto Papuzzi Foto di famiglia dei gruppettari: linguaggio, riti e conflitti Manifestazione della sinistra extraparlamentare. Il proliferare all'inizio degli Anni Settanta di gruppi politici rivoluzionari modificò radicalmente il quadro politico della sinistra Oreste Scalzone, e a sinistra Michele Santoro, ex maoista
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