Nelle sfide il pepe dello sport di Gian Paolo Ormezzano

Nelle sfide il pepe dello sport Un tema antico: Prost contro Senna in FI come Coppi e Banali nel ciclismo Nelle sfide il pepe dello sport COMINCIA la Formula 1, che l'anno scorso ha perso pubblico dal vivo e dal video, patendo una grave carenza di affetto per noia, ipertecnologia, dominazione unica - la Williams - e c'è interesse soprattutto (o soltanto) perché si annuncia un grande duello, a colpi di acceleratore, di freno e di mano, fra Prost e Senna. Non interessano tanto le auto a disposizione del francese e del brasiliano, nel senso che non si fa a nessuno dei due una tara tecnica, almeno per ora. Perché Prost e Senna sono campioni assoluti, di quelli che non hanno bisogno di nessuna mediazione per arrivare alle genti (non così Mansell, benché sia campione del mondo in carica: fosse al posto di Senna sulla McLaren certamente non godrebbe di queste attenzioni e attese persino morbosette). Gira e rigira per circuiti, per anelli, per piste, per paralleli intorno al mondo, si torna sem¬ pre, nello sport e anche nello sport più tecnologico, dunque meno umanistico, al tema del duello uomo contro uomo. E attenzione: persino all'interno di un corpo estraneo ai motivi stagionali della FI, come è la Ferrari, quel po' di interesse residuo, una specie di brace che tiene vive le scintille di un vecchio amore, sta nella rivalità fra Alesi e Berger, sapere chi dei due farà meglio o meno peggio. Il tema del duello è basilare, nello sport, e in Italia ha avuto esemplificazioni e caratterizzazioni altissime, da Bartali-Coppi, per non fare della preistoria, a Belmondo-Di Centa, per fare dell'attualità. Il ciclismo, che è sport davvero di popolo, dai duelli sembra addirittura dipendere. La Formula 1 di quest'anno poi si consegna al duello in maniera più umana che nel 1993, nel senso che il pilota conta un po' più di prima, per mortificazioni giuste ammollate all'auto, intanto che la situa¬ zione psicologica dei due, Prost e Senna, è ideale per «sfrucugliamento» l'un contro l'altro e di entrambi verso il pubblico. Il ritorno di Prost è avvenuto in maniera antipatica, da padrino, Senna*ha accettato di riprovare, almeno per un Gran Premio, dopo molte contorsioni mentali. Prost è il torero e Senna è il toro, per conquistare la gente il torero deve uccidere il toro con arte e coraggio. Certo che questo coltivare il duello significa essere permanentemente condizionati, almeno in tantissimo sport. Ed esperti di psicologia potrebbero disquisire sul confluire di interesse e anche di passione sempre nel solito tema. Ma non sono discorsi da vigilia di gara. Quel che adesso conta è che i miliardi della Formula 1, gli investimenti, le tecnologie, le astuzie raffinate, il senso del progresso condito dal sentimento del rischio, tutto si raggruma nel duello fra due bipedi, i quali fortunatamente sembrano volersi davvero male, così che c'è la certezza di un sapore genuino. A qualcuno tutto ciò può sembrare riduttivo, popolaresco, addirittura barbaro. Ma è anche bello, appassionante, semplice, terribile, onesto. Umano, insomma. Gian Paolo Ormezzano

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