Lucia Poli e il discorso sull'amore di Osvaldo Guerrieri

Lucia Poli e il discorso sull'amore Prima nazionale Lucia Poli e il discorso sull'amore TORINO. «Hai una pistola in tasca o sei felice di vedermi?». La frase, famosissima e citatissima, è di Mae West, la platinata mangiauomini che fece di Hollywood Lucia Poli un'immensa, è bravissima trafficatissima alcova. Questa frase attraversa come una frustata erotica «Lettere d'amore», il nuovo spettacolo di Lucia Poli (scritto con Valeria Moretti) che l'altra sera ha avuto il suo debutto nazionale nel rinnovato teatro Agnelli. E' un lungo discorso sull'amore inseguito in molte delle sue varianti, lasciando intatta la patina del tempo. E così abbiamo la passione verbosamente dilaniata di cui s'accesero nel 1916 Sibilla Aleramo e Dino Campana; abbiamo le surriscaldate memorie di Nell Kimbal, forse la più celebre maitresse americana, autrice della massima «ogni ragazza siede sulla sua fortuna, e non lo sa», tenutaria d'un gran bordello nel Missouri; abbiamo lo spossante triangolo formato da Anai's Nin, da Henry Miller e da sua moglie June; abbiamo i messaggi di Ingrid Bergman a Roberto Rossellini («in italiano so dire soltanto ti amo»), della Marilyn e di altre stelle. Amori letterari, amori divistici, che non escludono un sovrappiù di narcisismo, un'ipersensibilità «a posteriori» che trasforma 1 innamoramento in un fatto cosmico (non cadono in questo vizio le due lettere di Silvina Ocampo e di Doris Lessing?). Ma lo spettacolo di Lucia Poli non è soltanto una ricognizione delle passioni illustri. Se così fosse, l'attrice tradirebbe un po' la sua natura dispettosa e beffarda. E non a caso i momenti in cui l'interprete estrae il meglio da sé sono quelli in cui viene citata (riscritta) la posta dei settimanali rosa, con quel campionario di amori imbranati, assurdi, persino surreali in cui parevano annaspare le anime belle dei primi Anni Cinquanta. A questo fascino dell orrido si può appaiare la «Lettera di Minnie a Topolino» (tutta della Moretti) che trasferisce nei personaggi disneyani sessuofobia, rampantismo, frustrazione della nostra epoca: di donne che fondano un club per trovare un'alternativa al vuoto quante ne conoscete? La Poli è bravissima. Senza un attimo di cedimento recita, canta, muta abito; fa la passionale, la cinica, la candida; usa il corpo con la stessa duttilità della voce, si diverte con due burattini a forma di cotechino e di bottone, è maliarda e sognante. Ma pare sempre strizzarci l'occhio, come per dire: si soffre, ci si esalta, ma, in fondo, che fregatura è il Grande Amore. Osvaldo Guerrieri Lucia Poli è bravissima

Luoghi citati: Hollywood, Lettere, Missouri, Torino