Una pista islamica per la strage di Bombay
Una pista islamica per la strage di Bombay INDIA Sospetti anche sull'Iran per gli attentati che hanno insanguinato la capitale finanziaria del Paese Una pista islamica per la strage di Bombay Cinque arrestati dalla polizia, uno è un separatista del Kashmir NEW DELHI. Ha superato i 300 morti e i mille feriti il bilancio delle quattordici esplosioni che hanno devastato l'altro ieri Bombay. Lo ha dichiarato il premier indiano P.V. Narasimha Rao, arrivato ieri nella capitale finanziaria dell'India. Il numero delle vittime, ha detto il primo ministro, crescerà ancora poiché negli ospedali sono centinaia i feriti che versano in condizioni gravissime. L'agenzia di stampa Uni riferisce che la polizia ha arrestato un giovane del Kashmir, il quale sembra abbia ammesso di essere coinvolto nelle esplosioni, insieme ad altre 4 persóne che sarebbero state arrestate ieri dalle forze di sicurezza ma di cui non si conosce né il nome né la provenienza. Dal 1947,. anno in cui India e Pakistan hanno raggiunto l'indipendenza dalla Gran Bretagna, la regione del Kashmir è stata teatro di tre guerre tra indiani e pachistani e di una guerriglia musulmana che lotta per l'indipendenza da New Delhi. La pista pachistana è una di quelle ritenute più probabili dagli inquirenti indiani. Contemporaneamente, la polizia sta cercando il proprietario di origine iraniana di un albergo, sospettandolo di essere legato ad un gruppo di fondamentalisti filoiraniani. Il viceministro degli Esteri di Teheran, Ali Mohammed Besharati, ha però condannato l'«atto terroristico». Nessuno ha finora rivendicato gli attentati. La sede della borsa è praticamente distrutta, così come gli uffici dell'Air India, della Banca dell'Oman, gli alberghi Centaur e Sea Rock, la stazione ferroviaria Victoria, un mercato e il parco di Shivaji, si tuato vicino al quartier generale del gruppo estremista hindu Shiv Sena. Il ministro degli Interni indiano, Shankarrao Chavan, e quello della Sicurezza Rajesh Pilot sono a Bombay. La capitale economico finanziaria dell'India è in stato di allarme ormai da due giorni: ogni angolo della città è sotto il controllo della polizia. Anche gli aeroporti nazionale e internazionale sono sotto stretto controllo ed i visitatori non hanno accesso. Il primo ministro Rao ha dichiarato, al suo arrivo, che la serie di attentati è stata ben congegnata e mirata probàbilmente a destabilizzare il Paese. L'affermazione del primo ministro viene confermata dal premier del Maharashtra, Sharad Pawar: «E' un tentativo di destabilizzare la nostra economia», considerando anche che uno degli obiettivi è stato il palazzo che ospita la borsa. Industriali ed economisti temono che gli attentati possano intimorire potenziali investitori stranieri in India che, riflette il presidente del gruppo Hero, Brij Mohan Lai Munjal, «naturalmente preferiscono lavorare in un ambiente economico e commerciale tranquillo». Le esplosioni sono avvenute a soli due giorni dall'appello con il quale il primo ministro Narasimha Rao ha esortato i concittadini a riportare la crescita economica «in cima all'agenda nazionale» e coincidono con un momento particolarmente felice per l'economia indiana: l'anno fiscale che termina il 31 marzo dovrebbe registrare infatti una crescita superiore al quattro per cento, contro l'I,2 per cento dell'anno precedente. [AdnKronos]
Persone citate: Ali Mohammed Besharati, Mohan, Narasimha Rao, Paese, Rajesh Pilot, Sena, Sharad Pawar
Luoghi citati: Gran Bretagna, India, Iran, Pakistan, Teheran
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