Il premier si allinea «Mi metto al lavoro»

Il premier si allinea «Mi metto al lavoro» Il premier si allinea «Mi metto al lavoro» AL CREMLINO MOSCA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Viktor Cemomyrdin ha impiegato meno di dodici ore per studiare e mettere a segno la mossa del cavallo: un passo avanti e due di lato. Venerdì sera aveva detto di considerarsi solo più premier di un «semi-governo»; ieri mattina è andato alla tribuna del Congresso per ringraziare i deputati con un intervento di un minuto soltanto: «Il governo è pronto a lavorare». Applausi vivissimi. , Demolito Boris Eltsin, eroso il suo potere presidenziale, congelato in un ruolo appena rappresentativo il primo capo di Stato eletto a suffragio universale, è così cominciata la fase-due della anti-rivoluzione copernicana nella politica russa. L'ha annunciata il trionfatore Khasbulatov: «Adesso bisogna formare un governo con persone oneste». L'obiettivo diventa dunque l'esecutivo.e Viktor Cernomyrdin, il premier che viene dal passato degli apparatciki di partito, l'uomo salito alla direzione del governo al termine del Congresso di dicembre che aveva rappresentato la prima parziale sconfitta di Eltsin davanti- al Parlamento, è pronto a fare la sua parte. A giorni, forse ad ore, c'è da aspettarsi la giubilazione dei due ministri di cui Khasbulatov aveva chiesto la testa: Anatoli Chubais, responsabile delle privatizzazioni, e Andrej Kozyrev, capo della diplomazia. Incerta anche la sorte di Andrej Nechaev, ministro dell'Economia, l'ultimo sopravvissuto della squadra di Egor Gajdar, il predecessore di Cemomyrdin, sacrificato nella rinuncia alle riforme radicali. E così si riempirà di significato politico concreto quello che finora è apparso imo scontro di potere all'interno delle mura del Cremlino. Chiari gli obiettivi del Parlamento: cambiare la politica economica, rallentare, forse modificare l'indirizzo delle privatizzazioni, mutare corso alla politica estera. Chubais e Nechaev sono accusati di svendere il patrimonio della Russia e di una politica economica attenta solo agli interessi dei privati che ha impoverito gli strati sociali più deboli. Kozyrev di aver portato la Russia sulle posizioni occidentali e americane. Il conflitto è già scoppiato qualche settimana fa, sulla crisi jugoslava, quando le deliberazioni filo-Serbia del Soviet Supremo guidato da Khasbulatov hanno contraddetto la posizione del governo. Al Congresso, però, nessuno ha attaccato Cemomyrdin. Anzi. Il premier ha chiesto più poteri in materia economica, ha reclamato l'ingresso nel governo (per controllarlo meglio) di Viktor Gherashenko, governatore della Banca centrale, più volte accusato di frenare e contraddire l'operato del governo. Il Congresso gli ha detto di sì. Anche il fondo pensioni (potentissimo centro di controllo sociale) prima autonomo, cadrà sotto il potere di Cemomyrdin. Ma sarà un potere interamente dipendente dal Soviet Supremo, cioè da Khasbulatov, quasi svincolato (com'era prima) da quello del Presidente. E Cemomyrdin, di fronte allo slittamento del potere da Eltsin al Parlamento, ha subito fatto capire che è pronto a lavorare. Ultimamente è stato visto spesso assieme a Rutzkoi, vicepresidente, «eroe» dell'Afghanistan, vicino all'Unione Civica, il partito dei dirigenti delle vecchie aziende statali. Rutzkoi in questi giorni è stato zitto. Forse si prepara alla successione di Eltsin. [c. m.] E' già sicuro il licenziamento dei due ministri che non piacciono a Khasbulatov Il premier russo Cémpmyrdin Esponente del vecchio apparato la sua nomina aveva lasciato perplessi i riformisti [foto apj

Luoghi citati: Afghanistan, Mosca, Russia