Le nuove regole per votare consiglieri e primo cittadino di Giovanni Spadolini

Le nuove regole per votare consiglieri e primo cittadino Le nuove regole per votare consiglieri e primo cittadino IL VOTO LE NOVITÀ' AROMA giugno una cinquantina di Comuni dovrebbero rinnovare il proprio Consiglio municipale. Se la legge emendata in Senato (con una votazione durata fino alle 23,30 di venerdì sera) troverà una rapida conferma alla Camera, alle urne si andrà con un sistema fortemente rinnovato. Eccone i punti qualificanti. Piccoli Comuni. Nei Comuni fino a 20 mila abitanti, il criterio è una scheda un voto. La lista che arriva prima si aggiudica i due terzi dei seggi, le altre si dividono proporzionalmente il resto. Il capolista dello schieramento vincente è automaticamente sindaco, quindi la scelta di questo candidato diventa fondamentale in quanto ha un potere trainante (o, al contrario, frenante). Grandi Comuni. Nei Comuni con più di 20 mila abitanti, il criterio vigente è una scheda due voti, e funziona così. Il vero elemento forte della competizione elettorale non è più la lista ma il sindaco, cioè la persona su cui si concentra buona parte della campagna elettora- le. Il candidato sindaco è svincolato dalle liste elettorali e può anche essere portato da più di una lista (cioè da una coalizione di liste), il cittadino che va a votare voterà separatemente il sindaco e una Usta che normalmente sarà omogenea al sindaco ma potrebbe anche non esserlo. Può accadere infatti che il sindaco si ritrovi a governare con un Consiglio comunale all'opposizione. Allora o si trova un accordo oppure, in caso di dissidio insanabile il sindaco si può dimettere, ma facendolo travolge automaticamente anche il Consiglio che pertanto decade. Oppure il Consiglio sfiducia il sindaco ma, anche in quo sto caso automaticamente, si scioglie. La lista che vince le elezioni, in questi Comuni, si assicura il 60% dei seggi. Le altre proporzionalmente il resto. Se alle elezioni nessuno dei candidati-sindaco ottiene la maggioranza assoluta dei consensi, si passa a un ballottaggio tra i primi due classificati e si torna alle urne la domenica successiva. Incompatibilità. Nei grandi Comuni saranno incompatibili la carica di consigliere e quella di assessore. Quindi il sindaco dovrà scegliere i membri di giunta o al di fuori del Consiglio comunale oppure al suo interno ma, in questo secondo caso, i prescelti dovranno lasciare il seggio consiliare, Nei Comuni piccoli invece, il sindaco può scegliere gli assessori anche (ma non necessariamente) tra i consiglieri. In questi Comuni comunque la materia può essere regolata attraverso gli statuti. Meno poltrone. Il numero dei consiglieri è stato ridimensionato - sia nei Comuni A che in quelli B - di un quarto. Lo stesso è stato fatto per gli assessori. La candidatura. Perché un cittadino possa concorrere alla carica di sindaco, è necessario che la sua candidatura sia firmata da un certo numero di elettori (un numero che varia da 30 a tremila a seconda del numero degli abitanti). La procedura però prevede che un soggetto (un partito, una lista, una associazione ecc.) designi un candidato-sindaco e, solo dopo questa designazione, si comincino a raccogliere le firme necessarie. Niente soldi sprecati. I legislatori hanno voluto inserire alcune norme che consentissero di ridurre e comunque di controllare le spese elettorali (e in¬ direttamente quindi il ricorso a finanziamenti illeciti). Il candidato (sindaco o consigliere) deve dichiarare all'inizio della campagna elettorale quanto intende spendere e poi dare ragione - alla fine - delle spese effettivamente sostenute. Viene comunque stabilito un tetto massimo (che varia a seconda del Comune). Non sono consentite pubblicità personali, se non per il candidato-sindaco. Il garante per l'editorìa deve controllare l'«equal time», cioè che ad ogni candidato, indipendentemente dalla disponibilità di mezzi a sua disposizione, sia dato il giusto spazio di informazione sia sulle tv (pubbliche o private) sia sulla carta stampata. Le Province. Un sistema elettorale analogo a quello dei Comuni vale anche per le Province: una scheda un voto. Il presidente della Provincia è il capoUsta della Usta vincente a cui vengono assegnati il 60% dei seggi, si vota però in un unico turno, senza possibilità di ballottaggio. Raffaello Masti Da sinistra, il presidente del Senato Giovanni Spadolini e Borghini ex sindaco di Milano

Persone citate: Borghini, Piccoli

Luoghi citati: Milano