«Milano ha perso l'identità Ma è forte, saprà risalire» di Ugo Bertone

«Milano ha perso l'identità Ma è forte, saprà risalire» «Milano ha perso l'identità Ma è forte, saprà risalire» PERSONAGGIO LA CITTA' E IL CARDINALE SMILANO CUSI, Eminenza, ma era possibile ribellarsi alle richieste dei politici? Un imprenditore poteva farlo? Il cardinale Carlo Maria Martini, arcivescovo di Milano, non esita e dà la sua risposta. «Ogni comportamento - risponde - giusto e morale è per ciò stesso possibile». Parole dure per gli imprenditori. Molti potrebbero obiettare di sentirsi più vittime che complici... «Con questa osservazione - continua il Cardinale di Milano - non intendo mettere sul banco degli imputati soltanto un ceto, una categoria, ovvero quella degli imprenditori. La crisi, cosi come del resto la stessa capacità di uscire dallo stato di emergenza, di crisi, dipendono dalla disponibilità di molti protagonisti, non di uno solo». Ma la vigilanza? Lei, Cardinale, ne ha parlato nella sua ultima pastorale «Sto alla porta». Si vedono i primi frutti concreti nei comportamenti delle imprese? Oppure certe parole si perdono nel vento? Il cardinale sorride e risponde così: «Il primo, vero successo di un messaggio sta nella sua diffusione, nella sua capacità di esser recepito. E' importante che le parole non finiscano sotterrate sotto la sabbia». Non è questo il caso delle sue parole, Eminenza... «La congiuntura difficile ha reso più pertinente un certo messaggio. Il tema dell'etica è diventato più evidente di questi tempi, è più attuale quella discussione sulle relazioni tra salute dell'impresa e moraleche abbiamo sviluppato nell'ultimo decennio». E il Cardinale, a questo punto, ribadisce qui un concetto che brucia alle orecchie di molti industriali: «L'economia - afferma - ci avrebbe guadagnato se avesse osservato certe regole di eticità». Questa riflessione vale, come è ovvio, anche per la politica. «Fortunatamente - risponde l'arcivescovo di Milano - ci stiamo tutti rendendo conto che dove viene a mancare la spinta etica la politica si corrompe. E invece occorre voglia di lavorare, di costruire un progetto di società trasparente. E Milano ha l'energia sufficiente per voltar pagina. Deve prevalere l'onestà, non le proteste sterili». Parla Martini nel cuore della vecchia Milano. Pochi minuti prima è , stato premiato come milanese dell'anno dalla Famiglia meneghina: vecchi imprenditori , come Ivanoe Fraizzoli; parlamentari come la Ombretta Fumagalli; tanti docenti universitari, capitanati dal rettore della Bocconi, Mario Monti. «Non accetto mai - commenta Martini - premi del genere né partecipo a serate di questo tipo. Stavolta ho fatto un'eccezione». Perché, Eminenza? «Perché era importante, a mio avviso, far sentire la presenza della Chiesa in un momento come questo. Partecipare ora in pieno alla grandezza e alla sofferenza della città». Esce di sera il Cardinale per una serata quasi mondana in una Milano che riscopre i cortei e la protesta: attorno a palazzo di giustizia sfilano a migliaia i sostenitori dei giudici; si abbassano le saracinesche dei commercianti di corso Buenos Aires contro la droga e piccola delinquenza. Una città nervosa, che pare aver smarrito il tradizionale ottimismo, l'abituale voglia di fare. «Quando sono arrivato a Milano - racconta al pubblico dei milanesi vip - il momento era difficile. Sono passati 13 anni da quelle giornate tremende, nel pieno del terrorismo. Quando ciascuno di voi sapeva di correr dei rischi. Eppure ce l'abbiamo fatta, il coraggio civico ci ha permesso di uscire da quella situazione». E adesso? «Adesso la città è prostrata, prostrata da un profondo turbamento. Milano ha perduto la certezza della sua identità, ma sappiate che proprio nell'ora del turbamento si può valutare la forza di questo popolo». E a Milano, conclude Martini, c'è ancora tanto onore, tanta virtù per poter coltivare la speranza di uscire dalla crisi di Tangentopoli. Ugo Bertone Martini duro con gli imprenditori «Sarebbe stato giusto ribellarsi alle richieste dei politici» A sinistra il cardinale Carlo Maria Martini. E' stato premiato come «milanese dell'anno» ■■■■■■■ La sede milanese del vecchio «Banco Ambrosiano»

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