Alenia
Alenia Alenia In extremis evita la cassa Una giornata di doccia scozzese per i lavoratori dell'Alenia. L'azienda annuncia da lunedì la cassa integrazione per 3600 in tutt'Italia e, probabilmente, per circa 400 dipendenti fra lo stabilimento di Torino e quello di Caselle. Interviene il governo che chiede di sospendere la decisione e convoca per un incontro martedì i sindacati a Palazzo Chigi, l'azienda accetta. La notizia della decisione unilaterale dell'Alenia aveva subito fatto registrare le reazioni irate dei sindacati: «E' un fatto gravissimo - aveva affermato Giorgio Cremaschi, della segreteria regionale della FiomCgil - che dimostra che quest'azienda non ha capito niente». La trattativa aveva subito nei giorni scorsi degli alti e bassi: da una parte il governo aveva definito un pacchetto di misure a sostegno dell'industria della difesa che avrebbe consentito - secondo i sindacati - di scremare circa 1800 esuberi a livello nazionale e Fim-FiomUilm avevano fatto concrete proposte per l'utilizzo dei contratti di solidarietà, ma dall'altra parte l'azienda ha costantemente mantenuto un atteggiamento rigido, inflessibile. Torino e Caselle sono state al centro nei giorni scorsi di manifestazioni praticamente quotidiane: cortei, blocchi stradali e ferroviari da parte dei lavoratori esasperati. A Caselle, dove è stato anche occupato l'aeroporto, il problema Alenia è molto sentito, tanto che durante i cortei non è mancata la solidarietà della gente. In corso Marche è stato allestito dal consiglio di.fabbrica un tavolo di raccolta firme rivolto a tutti i cittadini che vogliano esprimere appoggio ai lavoratori in lotta. I posti dichiarati in esubero per l'area di Torino sono 780 in tutto: 667 in corso Marche e 113 a Caselle. Da lunedì ricominciano le agitazioni con assemblee e nuovi scioperi, in attesa dell'incontro di martedì a Roma a Palazzo Chigi. (e. baci
Persone citate: Giorgio Cremaschi
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