La dama di ferro non cede Alle Nuove è la «Signora»

La dama di ferro non cede Alle Nuove è la «Signora» La dama di ferro non cede Alle Nuove è la «Signora» LA MAESTRINA CHE NON PARLA Ventiquattro giorni di carcere, e nemmeno un cedimento, un segno di resa, una lacrima. Le donne che vivono alle Nuove la chiamano «la signora»: massimo rispetto per questa donna dai capelli grigi, subito classificata come «una che non parla». Bianca Dessimone, 63 anni, nubile, dama di ferro della de di Asti, corrente Goria: arrestata per corruzione il 17 febbraio scorso, giovedì il Tribunale della libertà ha respinto il ricorso dei suoi legali. Niente scarcerazione, potrebbe inquinare le prove, resta dentro ancora qualche settimana. Quando gli avvocati gliel'hanno detto, lei ha ribattuto: «Ma quando la smettono di scocciarmi?». Poi è tornata alla sua vita di detenuta-modello, in cella alle Nuove, insieme con altre cinque recluse: due ragazze accusate di spaccio, una donna che aveva un giro di squillo. Qualche giorno fa si sentiva poco bene, le compagne l'hanno aiutata, si è ripresa subito. Inganna il tempo leggendo i giornali. E' tranquilla. Aveva un solo vizio: il fumo, un anno fa ha smesso. Chissà se adesso ci ha ripensato. Tutta colpa dell'ospedale di Asti se adesso si trova lì. Quello era il suo unico sogno: un ospedale nuovo, grande, ultramoderno, progetto firmato dallo studio Valle di Roma, appalto da 235 miliardi. Tutto sfumato: la procura di Torino ò intervenuta, il progetto è stato bloccato. Dietro a quella gara c'è una storia di tangenti miliardarie, di imprese costrette a pagare, di politici avidi in cerca di «mazzette». E così l'ospedale di Asti si è trasformato ■■ y ■ in una grana per tutti, imprenditori e politici, travolti da arresti e avvisi di garanzia: Salvatore Ligresti, Alessandro Sodano, Pier Paolo Ruscalla, Giacinto Occhionero, Enzo Papi, Giusi La Ganga, Vito Bonsignore, Eugenio Maccari, Ezio Astore. Un terremoto in cui è finito anche il ministro Goria («indagato a chiarimenti»), e la sua fedelissima: «la Bianca», la «maestrina di Grana», 700 abitanti a metà strada tra Calliano e Montemagno, provincia di Asti. Maestra elementare, nel 1960 è una delle prime donne-sindaco, poi passa alla Provincia, poi alla Usi, sempre all'ombra di Goria. Spiccia nei modi, una che gira le cascine con la Panda, collina per collina, a caccia di voti. L'accusa: de e psi si dovevano spartire 6 miliardi di tangente sull'ospedale, lei (nella sua qualità di presidente del comitato di gestione dell'Usi) doveva fare in modo che niente intralciasse l'affare. La sua di¬ fesa: «Io non so niente di queste cose, non ho preso soldi, a me interessa solo l'ospedale». La sera del 17 febbraio l'hanno prelevata nella sua casa di Grana e portata a Torino, in procura. Al sostituto procuratore Corsi ha ripetuto: «Con questa storia io non c'entro». Quando è uscita i fotografi l'hanno bersagliata: stretta nel suo cappottino marron, foulard al collo, scarpe col mezzo tacco e pantaloni pesanti, borsetta nera, un tentativo appena di nascondere la faccia, gli occhia¬ li, la messinpiega perfetta. Spaventata? Forse solo stanca. E' arrivata alle Nuove la sera tardi, è rimasta in isolamento una settimana. I suoi legali, l'avvocato Benzi e il professor Scaparone, dicono che è «una persona forte, una donna simpatica che regge il carcere meglio di tanti uomini». L'unico cruccio: il padre Pietro, 98 anni, che non sa ancora che la figlia è in galera. Dicono di lei: «Non si è arricchita, ha sempre cercato il bene comune» (il sindaco di Grana, Amelio); «Bianca è una di noi, com'è possibile che sia capitato questo?» (la titolare dell'edicola di Grana). Tutti sgomenti, compreso l'ex ministro Goria: «La conosco da quando avevo i pantaloni corti. E' una mia amica, una persona che stimo e che reputo sostanzialmente innocente». «Dobbiamo ringraziare il ministro Goria se il progetto sull'ospedale riuscirà ad andare in porto»: era il 20 giugno dello scorso anno, alla presentazione del plastico del nuovo ospedale «la Bianca» aveva esordito così. Era tanto felice, quella era la sua creatura. [b. gio.] Bianca Dessimone, 63 anni fedelissima di Goria, dopo 24 giorni ripete: «Smettetela di scocciarmi» Bianca Dessimone al momento del suo arresto il 17 febbraio scorso (foto sopra a sinistra) e durante una riunione di lavoro ad Asti, quando fumava ancora. Sopra l'ex ministro Giovanni Goria

Luoghi citati: Asti, Grana, Montemagno, Roma, Torino