Per Caselle mezzo miliardo al psi

Per Caselle mezzo miliardo al psi Sull'affare della nuova aerostazione più nessun segreto: Binasco (Itinera) ha vuotato il sacco Per Caselle mezzo miliardo al psi E Bordon ammette: «Ho preso 100 milioni» Bruno Binasco confessa di aver pagato una tangente di mezzo miliardo ai socialisti per l'affare Caselle. Poche ore più tardi il presidente della Sagat Bordon ammette di aver preso una «mazzetta» di 100 milioni. La vicenda della nuova aerostazione di Caselle non ha più segreti per i magistrati. «Abbiamo pagato 500 milioni ai socialisti. Dovevamo sbloccare i lavori della commissione aggiudicatrice». E' cominciata così la confessione di Binasco, amministratore delegato della Itinera, una delle prime cinque imprese italiane nel settore costruzioni, specializzata in autostrade. Un interrogatorio durato fino a notte, nel carcere delle Vallette. Davanti a Binasco il procuratore aggiunto Maddalena e il sostituto Corsi, che nei giorni scorsi gli hanno notificato un ordine di custodia per false dichiarazioni al pm, firmato dal gip Sorbello. Dopo i magistrati torinesi, è toccato al dottor Longarini, della procura di Aosta, interrogarlo sulle tangenti Anas. Binasco è un arrestato eccellente, indagato anche dai magistrati di «Mani pulite», ai quali ha confessato finanziamenti a de e psi per 4 miliardi. Tutti lo vogliono sentire, lui passa da un carcere all'altro, raccontando quanto sa sugli appalti vinti dalla Itinera, impresa con un presidente, Marcellino Gavio, latitante da mesi. Che cosa ha raccontato ai ma¬ gistrati di Torino? I retroscena dell'appalto per la nuova aerostazione di Caselle, un affare di 52 miliardi (poi diventati cento), che ha messo nei guai il presidente della Sagat, il socialista Maurizio Bordon, e il deputato psi Felice Borgoglio. Entrambi sono accusati di concussione. La gara per Caselle era stata vinta dalla cordata Borini-ItineraMorteo-Eredi Traschetti-Redi Electric-Edilvie. Ma Borini e i suoi avevano dovuto pagare una tranche di 500 milioni, e una seconda di cento. Secondo l'accusa - che trova conferma nelle dichiarazioni di vari imprenditori - la prima sarebbe andata a Borgoglio, l'altra a Bordon. Una conferma a questa accusa è arrivata anche da Binasco: l'amministratore della Itinera ha ammesso il pagamento dei 500 milioni. A chi sono andati? «I soldi sono finiti ai socialisti», ha detto. Su questo punto si è soffermato a lungo, spiegando con particolari ed esempi concreti quelle che altri imprenditori avevano chiamato le «tangenti generali»: una sorta di tassa d'ingresso per poter restare nel giro buono dei grossi affari. Binasco ha così fornito un nuovo puntello alle accuse di concussione formulate negli avvisi di garanzia per Giusi La Ganga (psi) e Severino Citaristi, ex segretario amministrativo de. Binasco ha raccontato anche di un appalto africano: «Ricordo di aver dato al psi 100 milioni per sbloccare i finanziamenti per un appalto in Nuova Guinea, lavori che risalgono al 1988. I soldi li consegnai a un faccendiere romano». Ma dagli appalti esotici si è ritornati subito a quelli italiani, tra cui Caselle. Binasco ha spiegato come avvenivano i pagamenti: «Ci servivamo delle banche svizzere, là versavo i soldi, che poi tornavano a Roma». I suoi referenti politici? «La sinistra socialista», quella ribattezzata «sinistra ferroviaria» dopo gli scandali che travolsero l'allora ministro dei Trasporti Claudio Signorile. A quella corrente appartenevano, all'epoca dell'appalto, Borgoglio e Bordon. Dopo Binasco, i magistrati torinesi vogliono ora sentire altri personaggi eccellenti: Bartolomeo De Toma, imprenditore vicino alla segreteria Craxi, ritenuto dal pm Di Pietro il collettore delle tangenti nel settore energia; e Pier Francesco Pacini Battaglia, il «Mister X» di Tangentopoli, grande elemosiniere dei partiti (con banca à Ginevra). Resta in carcere Francesco Di Mattia, amministratore delegato Edilpro, accusato di corruzione nell'inchiesta sul Galileo Ferraris. E' invece alle Molinette, repartino detenuti, Mario Fimiani, ex presidente Iacp, accusato di concussione, in carcere dal 10 gennaio: giovedì ha avuto un collasso. Brunella Giovata Nino Pietropinto Le mazzette usate per sbloccare i lavori della commissione I conti in Svizzera Bruno Binasco (a sinistra); nella foto grande Maurizio Bordon davanti al plastico dell'aeroporto L'ex presidente dello Iacp di Torino Mario Fimiani si trova ora ricoverato al «repartino» delle Molinette: si è sentito male alle Vallette