Quando l'automobile ti spezza la schiena

Quando l'automobile ti spezza la schiena Dibattito tra ortopedici e tecnici Fiat sui traumi provocati dalla guida alla colonna vertebrale Quando l'automobile ti spezza la schiena Per rimedio, sedili anatomici e ginnastica prima di un viaggio Alza il sedile, sposta lo schienale, vieni un po' avanti, vai un po' indietro, ecco, fermo, bene così. Bene? Macché: seduto sulla sua auto ferma al semaforo, il guidatore non riesce a trovare una posizione decente e a cancellare quel dolore che si porta sulla schiena come un peso insostenibile. Non è una leggenda metropolitana, ma ima scenetta che si ripete sempre più spesso. Protagonisti sono sia persone che usano l'automobile per motivi di lavoro - tassisti e rappresentanti sia gente che se ne serve per gli spostamenti quotidiani casa-lavoro. E si ripropone una domanda vecchia quanto l'automobile. Di chi è la colpa di quelle fitte? Del sedile, o di chi non sa starci seduto correttamente? Non è facile dare una risposta. Perché come hanno spiegato ieri sera i partecipanti all'incontro su «La colonna vertebrale in automobile», organizzato dalla la Clinica ortopedica dell'Univer¬ sità presso l'Accademia di Medicina, il mal di schiena è il risultato di tanti fattori. Conta il comfort del sedile, certo. Ma contano anche la qualità delle sospensioni, le sollecitazioni della strada, l'età dell'automobilista. Davanti a specialisti ortopedici e tecnici Fiat, il professor Paolo Gallinaro, promotore della riunione, ha sottolineato che per la grande industria è arrivato il momento di «vendere» sicurezza. Poi, dopo la relazione della dottoressa Elena Bradi del Prever sulle modificazione della colonna con l'invecchiamento, ha preso la parola Antonio Tamburio, responsabile dell'ufficio calcoli e metodologie dei veicoli del Centro ricerche Fiat. Tamburro ha ricordato l'impegno dell'azienda torinese in questo campo, ma non ha nascosto le difficoltà tecniche: «La vettura è il risultato di un compromesso. Deve essere confortevole, e noi facciamo di tutto perché lo sia sempre più, ma deve anche rispondere ad altri requisiti di sicurezza. Non si può immettere sul mercato auto comode come salotti che alla prima curva vanno fuori strada». L'intervento di Tamburro è stato seguito da quelli del professor Alessandro Berrà, direttore sanitario Fiat, e della dotto¬ ressa Enrica Fubini, dell'ufficio impostazione del veicolo, sulla prevenzione. E' stata ricordata l'importanza della regolazione del sedile e del comportamento dell'automobilista: giusta distanza dal volante, schienale leggermente inclinato. Quanto al futuro, il sedile avrà un supporto lombare, regolazione in altezza e schienali anatomici. Gli effetti dei traumi sulla schiena sono stati illustrati da Pier Luigi Ardoino, della direzione tecnica Fiat auto e, sotto il profilo chirurgico e medico-legale, dai dottori Giuseppe Tabasso e Gian Carlo Bruno. Il dottor Ernesto Indemini, aiuto del professor Gallinaro, ha dato un consiglio da non dimenticare: prima di intraprendere un lungo viaggio, un po' di ginnastica aiuta a prevenire il mal di schiena. «La fascia muscolare, se allenata, funziona da ammortizzatore». Gianni Armand-PHon

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