Assassino per amore a 17 anni

Assassino per amore a 17 anni Caserta, con quattro colpi di pistola ammazza il marito dell'amante trentenne Assassino per amore a 17 anni Aveva minacciato la donna: «Lascialo o l'uccido» Poi ha organizzato l'agguato in stile camorrìstico NAPOLI. Ha negato per ore, incalzata dalle domande dell'ispettore. Poi, un'ammissione: «Sì, c'è un altro uomo». E infine la verità su quel nome che ha risolto il giallo della morte violenta di un muratore. Sembrava un omicidio di camorra, uno dei tanti che insanguinano la provincia di Caserta. Ma dietro il delitto, c'è la storia d'amore tra una donna di trent'anni e un ragazzino neppure maggiorenne che ha ucciso il marito-rivale per odio e gelosia. Giuseppe M. ha 17 anni, fa il manovale e da ieri è in stato di fermo con l'accusa di aver ammazzato a colpi di pistola uno stuccatore conosciuto in cantiere e al quale aveva rubato la moglie. «Voleva a tutti i costi che lei se ne andasse da casa - dicono gli inquirenti -. Si dava arie da guappo e la minacciava: o parli con tuo marito, oppure ci penso io». E la soluzione l'ha trovata in una pistola: 4 colpi contro l'uomo che ai suoi occhi era l'unico ostacolo ad un rapporto fatto di passione, ma anche d'interesse. A Carinaro, un paesone del Casertano, l'uccisione di Antonio Barbato, 35 anni, sposato con Maria Rosaria Martino, padre di un bambino di 9 anni e di un altro di 45 giorni, era stata archiviata nel libro nero di una «guerra» che miete anche vittime innocenti. Timido, schivo, gran lavoratore, non aveva mai avuto a che fare con la giustizia. Ma da quelle parti, questo non basta e gli investigatori hanno pensato a un'offesa magari involontaria a qualche boss che avrebbe poi ordito la vendetta. La tecnica dell'omicidio ricalca infatti il copione degli agguati di camorra. Sabato sera il manovale sta tornando a casa con la sua «128». A meno di 200 metri dall'edificio, un'altra auto gli taglia la strada. Partono i primi colpi, poi l'assassino scende e spara a bruciapelo un altro proiettile che centra l'uomo al petto. Antonio Barbato si trascina fino al citofono di casa. La moglie apre e, dopo un po', manda il bambino a vedere perché il marito non sale. E' il piccolo a dare l'allarme. Una corsa verso l'ospedale, ma è inutile: il muratore muore poco dopo il ricovero. Cominciano le indagini e nel commissariato di polizia sfilano parenti e amici. Tocca alla vedova, una donna già sfiorita che sembra chiusa nel dolore. Ma qualcosa non convince gli investigatori che hanno raccolto le chiacchiere di paese. Un lungo interrogatorio fino a quando lei fa il nome di «Peppino». La polizia scopre così che tra i due c'era da oltre un anno una relazione. Lui è un tipo esile che fa il duro tentando d'imitare il fratello pregiudicato. In casa Romano arriva come ospite del capofamiglia: s'incontrano nei cantieri di Carinaro e il collega più anziano se lo porta a pranzo. Ma la storia tra Giuseppe e Maria Rosaria comincia più tardi, quando il ragazzo lavora alla costruzione di un palazzo di fronte all'abitazione della donna. Si vedono ogni giorno e, nonostante la differenza d'età, si mettono insieme. Appuntamenti clandestini in un alberghetto della zona, poi lui diventa più esigente. «La donna probabilmente gli passava anche dei soldi - dicono gli investigatori - e il ragazzo si è montato la testa, pretendeva che lasciasse il marito». Quando l'hanno preso, Peppino ha negato tutto: «Era lei che si era invaghita di me, di questa storia non so nulla». Gli inquirenti, però, non hanno dubbi, anche se non escludono che lui volesse forse soltanto mettere paura al rivale e che abbia sparato senza avere l'intenzione di uccidere. Ma la polizia ha una prova che accusa il ragazzo: l'auto che aveva chiesto in prestito la sera del delitto. Mariella Cirillo Antonio Barbato, assassinato sabato scorso (foto pressphoto]

Persone citate: Antonio Barbato, Maria Rosaria, Maria Rosaria Martino, Mariella Cirillo

Luoghi citati: Carinaro, Caserta, Napoli