Un «welcome» di scetticismo

Un «welcome» di scetticismo Un «welcome» di scetticismo Amato a Londra, «tangentipermettendo» «Aspettiamo Mister Amato, ma qui a Londra tutti accettiamo l'idea che all'ultimo minuto possa anche non venire: tutto dipende da Tangentopoli». La dichiarazione di una non meglio precisata «funzionarla del numero 10 di Downing Street», raccolta dall'agenzia di stampa Ap, riassume bene il clima di scetticismo con cui la Gran Bretagna attende la visita del premier italiano. Amato arriverà a Londra questa mattina, e troverà l'ambiente surriscaldato dalle critiche dei giornali inglesi. L'Economist, il più autorevole settimanale britannico, parla senza mezzi termini di disfatta. «La prima uscita in politica, finora Amato si era limitato alle faccende di casa, è stata un fallimento. La lezione è che in Italia non c'è spazio per la politica convenzionale. Bisogna aspettare il voto». Ma ì'Economist non si ferma qui: «Il tuo dovere è quello di seppellire la Prima Repubblica - insiste, rivolgendosi direttamente ad Amato - non di assolverla». «Il decreto è sembrato essere la creatura dei vecchi boss di partito». E ancora: «La statura di Scalfaro. cresce al decrescere di quella, di tutti gli altri politici italiani. Mentre Amato, fortunatamente, ha raggiunto la conclusione che i problemi sono troppo grandi per essere risolti da lui». Tangentopoli, con i suoi scandali ed i suoi arresti, continua a tener banco anche sulla stampa americana. Per il secondo giorno consecutivo YInternational Herald Tribune ha dedicato l'apertura alle vicende italiane. Sotto i riflettori i provvedimenti che hanno decapitato l'Eni. «L'Italia - si chiede il giornale - potrà sopravvivere a questa carneficina?». Il tono generale è di grande preoccupazione. Lapidario il Washington Post: «Nessuno vorrà più fare affari con lo Stato». Pessimista il New York Times: «La corruzione e gli scandali hanno bloccato il settore pubblico e quello privato, mettendo in serio pericolo il futuro del Paese». Soltanto il Wall Street Journal è in qualche modo possibilista: «Le industrie dello Stato cercano di scrollarsi di dosso gli artigli dei politici. Per la prima volta i dirigenti della holding di Stato affermano di prendere decisioni da manager, non da politici». Mani pulite tiene banco anche altrove. L'ultimo numero dell'Express, settimanale francese, de- dica la copertina ad Antonio Di Pietro: «giudice contro la cancrena». La Berlinske tidende, quo tidiano di Copenaghen, si compiace perché «migliaia di politici e funziona ri italiani devono dare l'addio alla dolce vita». Il Manichi, da Tokyo, avverte che «anche se il parallelo fra Giappone e Italia è impressionante e merita di essere attentamente studiato, bisogna evitare paragoni semplicistici». Il Giappone è scosso dallo scandalo Kanemaru, che vede l'ex presidente del partito al governo accusato di evasione fiscale per 20 miliardi di lire e di appropriazione di denaro sporco per altri 80. Ma all'origine di Tangentopoli - spiega il Mainichi - «c'è il sistema italian style, fatto di collusione fra partiti e gruppi economici, con frequenti incursioni della mafia». Come dire: per favore,' non confondiamo... [g. tib.) mo do» ditocoBetisigliaiari itadio anichiche «fra Gpressesserediato, bisogsemplicisticso dallo scavede l'ex pregoverno acc La copertina dell'«Express» dedicata a Di Pietro e una vignetta di «Le Figaro»

Persone citate: Amato, Antonio Di Pietro, Di Pietro, Kanemaru, Mani, Mister, Paese, Scalfaro