Grazianeddu, ci dica...

Grazianeddu, ci dica... Grazianeddu, ci dica... I servizi segreti chiedono aiuto «Che cosa sa lei di Feltrinelli?» ALL'inizio del '68 chiese di incontrarmi il colonnello Massimo Pugliese, del Sifar, i servizi segreti. Posi le mie condizioni: un registratore io e uno lui. Tanto per evitare equivoci. Gli risultava da sue informazioni che armi e denaro sarebbero stati sbarcati in Sardegna per favorire il separatismo. Alla fine l'incontro fu organizzato tramite l'avvocato Bagedda. Io con i Servizi non ho mai voluto avere niente a che fare né allora né oggi, ma l'avvocato mi disse che un chiarimento era necessario. L'appuntamento era in una zona impervia. L'ordine era di non fermare la macchina, li colonnello era bendato. Ac¬ cendemmo i registratori. L'ufficiale mi disse che erano preoccupati, volevano sapere se io avevo dato la mia disponibilità o avevo rifiutato. Risposi che potevo anche essermi visto con qualcuno, ma che non avrei mai accettato quelle avventure. Di politica avevo solo una piccola infarinatura e non mi ritenevo all'altezza di un compito tanto grosso. Mi chiese anche di Feltrinelli. So che incontrò altri latitanti (...). Il colonnello Pugliese mi domandò se ero disposto a costituirmi. Anche se la richiesta non era nuova risposi: a condizioni precise. Una somma di 150 milioni. Essere detenuto in certe carceri, per esempio a Nuoro, e poi in una colonia penale. C'erano degli innocenti in galera perché considerati miei fiancheggiatori ma erano del tutto estranei. Il colonnello aveva risposto che era impossibile, che gli ostacoli erano troppi. (...) Il 17 marzo sequestrammo Nino Petretto, concessionario di un fondo, sempre nella zona di Ozieri. Eravamo sicuri di trovarlo nella villa dei fratelli del padre. Si faceva buio. Arrivammo in macchina, incappucciati. Petretto arrivò in macchina. Aveva con sé il figlio, un bambino di cinque anni. Rimasi male, ero sorpreso, non era previsto. Prelevammo lui e il bambino. Dopo pochi chilometri decisi di liberare il piccolo Marcello. Petretto si ribellò, voleva che il bambino restasse con lui, lo teneva stretto. Gli diedi uno schiaffo. Al bambino spiegai che era un gioco a chi arrivava primo. Il papà sarebbe andato con dei signori e lui con altri. Lo presi e me lo tenni sulle ginocchia. Gli diedi mille lire che mi disse avrebbe depositato al Banco di Napoli come faceva il nonno. Lo lasciammo ad un distributore. Mettemmo Petretto insieme con Campus. «Vedi, gli dissi, hai la compagnia per giocare a carte». I due si conoscevano, ma li avevo incappucciati. «Sei Giovanni?». «E tu chi sei?» «Sono Nino». Si abbracciarono. I rispettivi padri avevano fama di parsimoniosi. «Questa volta, disse Petretto, tuo padre paga anche se è tirchio». «Anche il tuo». Scoppiarono a ridere. Graziano Mesina

Persone citate: Bagedda, Campus, Graziano Mesina, Massimo Pugliese, Nino Petretto

Luoghi citati: Nuoro, Ozieri, Sardegna