MARAINI Corpo a corpo con Madame Bovary
MARAINI Corpo a corpo con Madame Bovary La scrittrice ci parla del libro che ha appena finito di scrivere: dedicato al capolavoro di Flaubert MARAINI Corpo a corpo con Madame Bovary r*\ IVREA L| ARA' l'ultimo elemento m dì una ideale trilogia che Lj Dacia Marami sta per ~lJ concludere: dopo il passato storico e ancora inarcato sul presente di La lunga vita di Marianna Ucrìa e l'amplificazione della risonanza famigliare di Bagheria, la scrittrice ora affronta un archetipo della nostra modernità, trovandosi ancora una volta all'incrocio difficile fra una vicenda (detta» e studiata e una presenza sorda, viva, operante nella tensione dell'attualità. Il libro uscirà a novembre, per Rizzoli: non ha ancora titolo, è dedicato a Flaubert e Madame Bovary. Ne pubblichiamo qui a lato le prime pagine: non è una saggio, né un romanzo; da Ivrea, dove ieri sera ha presentato Bagheria presso la libreria Cossavella, l'autrice ci spiega che lo si potrebbe definire un «saggio narrativo». Ne parlerà oggi a Torino per le conferenze dell'Associazione culturale italiana. Racconta la vicenda di amore e di odio che lega Flaubert a Emma Bovary, e in parallelo la breve storia di passione fra lo scrittore e Louise Colet, vera ispiratrice del personaggio. «Ho cercato le tracce di questa storia d'amore, che è durata pochissimo, nello sterminato epistolario di Flaubert. L'anno scorso non ho letto praticamente altro». E' stato un corpo a corpo con uno dei grandi libri che fanno parte della nostra coscienza di moderni, quello dopo il quale, secondo uno studioso come George Steiner, «i campi del pubblico e del privato sono stati ridefiniti». Madame Bovary è viva come non mai. E' viva fra le donne di oggi? «E' diventata un'eroina, fa parte della nostra immaginazione. E poi è un'eroina negativa per eccellenza, è fasulla. Si nutre di sogni e di problemi che oggi potremmo chiamare televisivi. E' una gran consumatrice di cattivo gusto, sarebbe lo spettatore ideale per le telenovelas». Per questo Flaubert la odia. «Flaubert è disposto a perdonare il peccato, in questo caso l'adulterio, ma non il peccatore. Il suo odio nasce da questo suo giudizio: curiosamente, l'esatto opposto di quello che dà la Chiesa. Per questo è un autore moderno. E per questo odia Emma Bovary». La odia anche lei? «Mi fa una grande pena. E' così maltrattata dal suo autore che non si può non provare almeno un pizzico di solidarietà. Non c'è nulla di lei che Flaubert salvi: anche quando pare esprimere un sentimento accettabile, un minimo di umanità, lo scrittore ci avverte che Emma sta fingendo». Condannata dai suoi contemporanei, dagli altri personaggi del romanzo, per adultario. Condannata dal suo autore per cattivo gusto. E' doppiamente vittima. «Flaubert non si chiede mai perché la sua eroina sia così. Non indaga sulle ragioni sociali e culturali. Non ha pietà». Lei chiederà pietà? «Qui le cose si complicano. Perché nello scrittore, andando a fondo, si coglie la ferocia verso se stesso. In Madame Bovary trova cose che lo riguardano, anche se nella sua vita lui le riscatta con l'eleganza. Ma certo l'esotismo d'accatto di Emma gli apparteneva. Il suo libro è anche rivolto contro se stesso». Non trova questo atteggiamento tipicamente maschile? «Probabilmente nei personaggi femminili descritti da un maschio c'è una contraddizione profonda: l'autore si identifica e nello stesso prende le distanze». Accadeva anche a Moravia. «Certo. E a molti altri grandi scrittori. Nel caso di Madame Bovary questa contraddizione è molto forte. E il libro è veramente violento». Cioè moderno. «Il bovarysmo è moderno. Lo troviamo dappertutto, intorno a noi, nella nostra vita». Mario Baudlno MARAINI Corpo a corpo con Madame Bovary m i A lato Dada Maraini, In alto Il ritratto di Court che avrebbe ispirato a Flaubert il personaggio di Emma Bovary. A destra lo scrittore e in basso Isabelle Huppert-Emma nel film di Chabrol «E'la tipica eroina negativa, sempre viva oggi consumerebbe cattiva tv»
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