La semplicità converte la moda
La semplicità converte la moda Abiti monacali anche nelle collezioni presentate da Moschino e Basile La semplicità converte la moda Milano chiude con Ferrè MILANO DAL NOSTRO INVIATO Siate semplici. Scegliete le tinte unite. Puntate sulle forme elementari, forti. Parola di Gianfranco Ferrè che ieri ha concluso in bellezza la kermesse di Milano Collezioni dedicata al prossimo inverno. L'architetto tratteggia una silhouette nuova, allungata e fluida, sposa il colore alla forma. «Il cappotto che assomiglia a un cattano è bianco, quello che ripara dal freddo con praticità è beige. E poi grandi cambiamenti sulle proporzioni. I blazer sfiorano il ginocchio, ma possono adattarsi a gonne o pantaloni. A piacere», racconta Ferrè mentre sfilano calzonijeans pennellati di rosso, parka in satin nella stessa tonalità e candide camicette declinate in ben 15 versioni. Sono modelli gonfi come nuvole, ma anche disegnati con la squadra. Bluse corte per scoprire la pancia oppure abbondanti. E stanno bene anche a una ragazza non tanto alta come Lucie de La Falaise (giovane modella favorita da Saint Laurent) che esibisce con grazia il suo metro e sessanta. Ferrè, nonostante l'influenza, è raggiante. La Maison Dior ha riconfermato il contratto con lui per altri quattro anni. A dispetto dei pettegolezzi che lo volevano alla fine di questa collaborazione. «La qualità non risente della crisi», dice fiero Ferrè. Più severità e meno decoro significa anche zero ricami, o quasi, orli alla caviglia, tanto nero e moltissimo bianco. La stragrande maggioranza dei suoi abiti sono essenziali, resi preziosi soltanto dal taglio perfetto e dai materiali. Il bisogno di una pulizia quasi monacale è un filone che trova d'accordo anche altri. A cominciare da Moschino - che suggerisce tonache da prete con la scritta «Holy-chic» - santo chic - per finire con Basile dove l'ispirazione medioevale diventa il filo conduttore di tutta una collezione dedicata alle atmosfere del libro «Il nome della rosa». Voilà il saio da frate, i soprabiti extra lunghi, le giacche con grandi plastron bianchi, i giubbotti corazza. Il messaggio è chiaro: dopo il Medioevo verrà il Rinascimento. Anche il pellicciaio Carlo Tivioli ha abbandonato i suoi lussuosi modelli a ruota per convertirsi a sobri trench in visone e castoro. E accanto a questi non mancano giubbotti e giacconi, dalle tonalità audaci e in pelo povero, realizzati dai ragazzi di San Patrignano. Per i giovanissimi vince il colore e la pelle. Da Versus - la linea economica di Gianni Versace - si sono viste maghe aderenti, in tinte decise, abbinate a divise da poliziotto. A questa presentazione, ieri, era atteso Enrico Ruggeri, ma non si è fatto vedere. Era troppo stanco dopo il concerto milanese di mercoledì sera. Al posto del cantante vestito Versus a Sanremo e durante l'attuale tournée - è arrivata Jo Squillo, che ha mostrato di apprezzare soprattutto i completi di cuoio nero e i maxi cardigan fuxia. Golf lunghi, a strati, ma nelle tonalità della natura, pure per Les Copains: abile nell'interpretare con gusto lo stile grange, fatto di sovrapposizioni. E mentre le griffe famose si dilettano a rielaborare la maglia i giovani studenti, delle scuole di moda, sperimentano la plastica per scarpe, borse, abiti. Una gara di bravura organizzata in fiera dal Trofeo Crespi, a cui ha fatto da giudice l'instancabile Elio Fiorucci. L'uomo che, vent'anni fa con i suoi jeans, ridisegnò il sedere delle italiane è pronto a regalare un altro sogno ai suoi fans. Fiorucci e Benetton apriranno fra poche settimane uno spazio multimediale in San Babila. «Benetton avrà il suo negozio confinante col mio. I due punti vendita però saranno collegati da una serie di servizi in comune. Come un bar, un corner per la prevendita dei biglietti di concerti. Mentre un megaschermo trasmetterà filmati e informazioni assortite», spiega Fiorucci e aggiunge che con gli abiti venderà ancjne alimentari e oggettistica. Il tutto a prezzi contenuti, Antonella Amapane Un modello per l'Inverno di Gianfranco Ferrè presentato a Milano
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