Il killer uccide nell'ospedale
Il killer uccide nell'ospedale Pochi giorni fa era stato ferito in un agguato: vendetta di una banda rivale Il killer uccide nell'ospedale Napoli, 7 colpi di pistola contro un meccanico NAPOLI. Un passamontagna calato sulla faccia, la pistola in pugno. Il killer scivola silenzioso nei corridoi dell'ospedale e va a colpo sicuro nella stanza numero 1. E' notte, i malati dormono, nessuno vede la sagoma scura avvicinarsi al letto del pregiudicato. E' lui la vittima designata: sette colpi in rapida successione. Il conto è chiuso. Per ammazzare Felice Romano, 28 anni, una sfilza di precedenti alle spalle, la camorra non ha esitato a varcare la soglia di un piccolo ospedale di provincia. Un delitto in corsia, secondo il collaudato copione dei clan che a Napoli si fanno guerra. Sopravvissuto ad un primo agguato, l'uomo era ricoverato all'Apicella di Pollena Trocchia, un Comune dell'area vesuviana, da lunedì scorso. E l'altra notte gli assassini hanno portato a termine la missione. E' l'una quando il sicario si infila in una finestra al piano ter¬ reno della palazzina. Come sia potuto entrare indisturbato, non è ancora chiaro. Di giorno, l'ospedale è dotato di un posto fisso di polizia e la sera entrano in azione i vigilantes di un istituto privato. Ce n'erano due in servizio davanti alla porta d'ingresso, ma il killer ha aggirato l'ostacolo scegliendo un percorso studiato a tavolino. Sotto la finestra dei bagni del reparto, era infatti sistemata una pila di bombole d'ossigeno. Soltanto un caso? E' quanto dovranno accertare gli investigatori. Di sicuro, l'assassino sapeva dove era ricoverato Romano. In attesa che i medici gli estraessero un proiettile conficcato nell'anca, era stato infatti sistemato nella Divisione di «Osservazione chirurgica» e non in Ortopedia, perché non c'era più posto. Il sicario gli ha svuotato addosso il caricatore della sua P38, sotto gli occhi terrorizzati del compagno di stanza. Felice Romano gestiva con il fratello a Casalnuovo un'officina per la demolizione di auto. Proprio lì davanti, l'8 marzo un commando gli aveva sparato contro ferendolo. Ai carabinieri non aveva dato spiegazioni, senza neppure mostrare eccessiva preoccupazione per l'accaduto. Ma quella, dicono ora gli inquirenti, era soltanto la prova generale. Dietro il delitto, c'è la storia del pregiudicato. Più volte arrestato per associazione per delinquere, spaccio, furto, ricettazione, aveva anche legami con i clan della zona. Uno sgarro, un regolamento di conti? Polizia e carabinieri non escludono alcuna pista, compresa quella di un omicidio maturato tra i malavitosi che ruotano attorno alle officine dove finiscono le macchine da demolire. Anche da lì passa il riciclaggio delle vetture rubate, un business miliardario in una provincia che vanta il record dei furti d'auto. [m. e]
Persone citate: Apicella, Felice Romano
Luoghi citati: Napoli, Pollena Trocchia
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