Manovrava gli appalli

Manovrava gli appalli Manovrava gli appalli Fuori Antonio Savoino libero dopo un mese L'architetto Antonio Savoino, 63 anni, titolare della Protecne, grande manovratore degli appalti della sanità in Piemonte, ha ottenuto la revoca di ogni misura cautelare. Era stato arrestato per corruzione il 9 febbraio, e dopo una decina di giorni era andato agli arresti domiciliari. Da ieri è un uomo libero: i magistrati hanno accolto la richiesta del suo difensore, professor Gilberto Lozzi, in considerazione del decisivo contributo dato alle indagini dall'architetto. Ieri, intorno alle 14, Savoino è uscito dalla Procura, dopo l'ennesimo colloquio con il dottor Maddalena. Disteso, sorridente come sempre: anche quando era stato condotto agli interrogatori in manette, aveva dimostrato grande self control, nonostante i flash dei fotografi e le telecamere puntate. Ora è tornato ai suoi affari di sempre: consulenze, direzioni di lavori, cantieri. La sua vita di professionista, interrotta bruscamente da un primo ordine di custodia cautelare, nell'ottobre dello scorso anno, nell'inchiesta delle tangenti nelle Usi torinesi. Era rimasto in carcere più di un mese: invano i magistrati avevano cercato di saperne di più di tutti gli appalti di cui era a conoscenza. Lui non aveva mai parlato. Tranquillo, imperturbabile, ma in silenzio. Qualcosa è cambiato quando il maresciallo Caggiano, del nucleo dei carabinieri della polizia giudiziaria della Procura, si era presentato a casa sua con un secondo mandato di cattura. Savoino allora decise di cambiare atteggiamento processuale: inutile accollarsi le responsabilità di tutti. Meglio raccontare, appalto per appalto, i segreti dei grandi lavori nella sanità piemontese. Opere di cui conosceva tutti i retroscena, essendo stato progettista o direttore dei lavori. Cominciò così a raccontare dell'ospedale di Asti, e delle varie Usi di Torino e della regione (Borgosesia, Orbassano, Cuorgnè, Avigliana, Rivoli, Verbania, Chivasso). Sulla base delle sue rivelazioni, le inchieste decollarono. Si apriva così la Tangentopoli torinese. La Torino degli affari e della politica fu investita da una raffica di avvisi di garanzia, che raggiunsero l'assessore regionale alla sanità Maccari, il vicepresidente della Provincia di Torino Ezio Astore, parlamentari, imprenditori. Savoino divenne così l'uomo chiave di molte inchieste, prima fra tutte quella condotta dalla Procura di Vercelli sull'ospedale e sull'inceneritore. Prima di uscire dal carcere Savoino consegnò al dottor Vittorio Corsi un memoriale: una ventina di pagine in cui faceva un elenco dettagliato di altri appalti sospetti di cui era a conoscenza. Nel frattempo si è aperto nella prima sezione penale del Tribunale il processo per lo scandalo tangenti nella Usi «4», quella dell'ospedale Maria Vittoria. Anche qui Savoino è stato il motore delle indagini. La sua testimonianza, prevista nei prossimi giorni, è molto attesa. In aula, dei cinquanta imputati iniziali, sono rimasti solo in dodici: gli altri hanno già patteggiato. Oggi saranno sentiti come testimoni alcuni imprenditori che nelle indagini preliminari avevano ammesso di aver pagato tangenti o fatto regali a pubblici funzionari.

Luoghi citati: Avigliana, Chivasso, Cuorgnè, Piemonte, Torino, Verbania